L’Ordine degli Architetti PPC di Livorno, già dalla mattina del 24 agosto scorso, appena appresa la notizia del disastroso evento sismico, si è coordinato con il Dipartimento della Protezione civile del Consiglio Nazionale Architetti PPC, attraverso il responsabile nazionale architetto Walter Baricchi, attraverso il coordinatore regionale e quello provinciale architetto Fabrizio Paolotti anche consigliere dell’Ordine, per programmare le disponibilità degli architetti livornesi nell’ambito del programma di cooperazione con la Protezione Civile nelle zone colpite dal sisma, secondo il disposto del DPCM dell’8 luglio 2014.
Gli architetti della provincia di Livorno che andranno nelle zone del sisma sono 6 (Rita Bernardini, Umberto Biagi, Elisabetta Coltelli, Paolo Fatticcioni, Stefano Micheli e Fabrizio Paolotti) e faranno parte del gruppo degli architetti toscani composto da circa 65 colleghi; gli interventi tecnici saranno fatti da professionisti che fanno parte di un apposito elenco e che si sono preparati con esercitazioni e con un impegnativo percorso formativo che li ha abilitati per la gestione delle emergenze e per andare a censire l’agibilità degli edifici colpiti dal sisma e la determinazione dei danni provocati; partono volontariamente con una attrezzatura, minima ma indispensabile, per svolgere la propria attività ed alloggiare nelle tendopoli predisposte dalla Protezione Civile. Ai nostri 6 architetti ed alla task-force di tutti quelli che verranno dagli altri territori nazionali, va il ringraziamento per essere al servizio della comunità; essere professionisti significa anche mettersi in gioco in questi momenti di difficoltà ed emergenza.
Passati questi pochi giorni, che ci hanno portati fino ad oggi ad organizzare le attività, lasciata obbligatoriamente alle spalle la fase emotiva e del sentimento, è però altrettanto necessario e doveroso fare alcune importanti considerazioni legate alla sicurezza degli immobili in cui i cittadini vivono, pensare che gli stessi debbano essere sensibilizzati ed individuare quali siano le strategie per farlo; a gran voce, come categoria professionale chiediamo da tempo al Governo di intervenire su questo tema e sentire che nel progetto Casa Italia il premier Matteo Renzi cita, forse per la prima volta, la parola “Ordini professionali” come partner in questo percorso verso un sistema di censimento del strutturale, e non solo, degli edifici ci fa ben sperare.
“Siamo davanti all’ennesima tragedia con questa del reatino - dice il presidente dell’Ordine Architetti di Livorno, Daniele Menichini - che ci riporta immediatamente alla mente quelle recentissime dell’Emilia Romagna e de L’Aquila. Periodo questo in cui, insieme alle altre categorie professionali, come comunità di architetti, abbiamo sollecitato i responsabili delle pubbliche amministrazioni ad avere una particolare attenzione verso la sicurezza del patrimonio edilizio esistente, oltre ad aver chiesto una seria politica economica, fatta di leve fiscali per la messa in sicurezza degli edifici così come è stato fatto per il tema del risparmio energetico. Purtroppo la paura ad agire con piani seri in questo ambito si è trasformata in inerzia ed immobilismo tendenti a voler lasciare il patrimonio edilizio esistente così come è, senza favorirne la trasformazione o l’adeguamento. Ci sentiamo quindi, alla luce di questo ultimo evento, di sollecitare nuovamente il sistema degli enti pubblici deputati al Governo del Territorio a livello quantomeno Regionale, ad aprire a strategie di intervento sul patrimonio edilizio costruito, sottolineando che potrebbero diventare anche un valore economico per la ricrescita dei nostri territori. Conservare, a priori, senza innovare porterà sempre di più a situazioni critiche e di emergenza provocate da sismi o da altri eventi naturali, come spesso abbiamo visto, non può più essere sostenibile ed ognuno deve giocare il proprio ruolo istituzionale”.
I primi a chiederlo sono i cittadini, che hanno il diritto di sapere quanto rischiano nelle proprie unità immobiliari; i professionisti qualificati ci sono, ed è bene ricordare che ogni anno in Italia si verificano circa 100 eventi sismici ed altri eventi naturali, di portata inferiore a quelli di questi ultimi giorni, ma che comunque stressano gli edifici in cui viviamo, con quali conseguenze?
Ora mancano i fatti dopo i soliti proclami a caldo della politica gli Ordini professionali si mettono come sempre a disposizione per fare un passo avanti, “l’idea di un progetto come quello Casa Italia - continua il presidente dell’Ordine - che vuole collegare la prevenzione strutturale ed il mondo degli attori pubblici e privati che possono censirla, progettarla e metterla in atto è fondamentale. Si deve raggiungere l’obiettivo, ridurre gli episodi di emergenza, evitare che si chiudano poi solo con la conta dei morti e dei feriti, lasciando spazio alla speculazione ed al rimedio della sola solidarietà. Non basta proiettarsi nel prossimo futuro ad essere i primi negli interventi di emergenza, serve diffondere la cultura della prevenzione, quella delle rigenerazione urbana sostenibile e del recupero del costruito. Il proclama del non ci saranno new town del Ministro Graziano Delrio si sposa perfettamente con la filosofia che gli architetti da tempo propongono, ma è ora di andare oltre gli strilloni e i titoli da prima pagina, la nostra comunità provinciale c’è ed insieme agli altri soggetti vuole andare verso il nuovo vivere civile. La prevenzione è per noi un tema prioritario”.