Per l'Amministrazione Comunale di Portoferraio gli ultimi tempi stanno trascorrendo nel segno della batosta giudiziaria.
Immediatamente a ridosso della sentenza che ha visto il comune soccombere in giudizio nella causa che lo opponeva all'ex-segretario generale Michele Pinzuti, un'altra tegola piomba sulla Biscotteria in forma del pronunciamento del Tribunale di Livorno, che ha dichiarato nullo il licenziamento del Dott. Luca Donati gia Dirigente dell'Area Economica del Comune, un atto "rumoroso", ha che il Giudice Francesca Sbrana ha condannato con una sentenza che in ordine al ricorso avverso al licenziamento presentato dal Donati nel dispositivo recita:
In accoglimento del ricorso, dichiara la nullità del per cui è causa e per l'effetto dichiara tenuto il Comune di Portoferraio, in persona del Sindaco pro-tempore, a reintegrare Luca Donati nel posto di Lavoro.
Dichiara altresì tenuto e condanna il Comune Convenuto al pagamento, in favore del ricorrente ed a titolo del risarcimento del danno derivante, di una indennità pari alla ultima retribuzione globale di fatto, dal giorno del licenziamento a quello della effettiva reintegra, detratto l'aliunde perceptum (NDR somme percepite dal Donati nel frattempo per servizi presso altre amministrazioni), oltre che alla regolarizzazione contributiva;
Condanna infine il Comune convenuto a rifondere controparte le spese della lite, esse liquidate in euro 2.400 oltre IVA cpa e 15% per rimborso forfettario delle spese generali.
Ma da cosa è sostanziata la nullità del licenziamento del Donati? Consultando la sentenza si scopre che il licenziamento non poteva essere operato per l'incopatibilità dell'assuntore del provvedimento disciplinare, nel caso di specie, il Segretario Comunale in carica Dott. Gianluigi Acerbi.
"Risulta infatti documentalmente - si legge in un passo della sentenza - oltre che incontestato, che il segretario dott Acerbi - soggetto che risulta avere effettuato la contestazione disciplinare ed istruito la relativa procedura - contestualmente all’avvio del procedimento disciplinare sporgeva denuncia-querela nei confronti del Donati innanzi alla competente Stazione dei Carabinieri".
Era infatti accaduto che in precedenza lo stesso Acerbi avesse denunciato il Donati, sostenendo che questi l'aveva "offeso, oltraggiato e diffamato" al termine di un litigio, oltre ad avviare in qualità di responsabile disciplinare dell'Ente, la procedura finalizzata ad infliggere al Donati una sanzione irrogatagli con un provvedimento del Settembre 2016.
"In un contesto simile - si legge ancora nella sentenza - nel quale cioè da divergenze sul piano lavorativo sia era passati ad una vera e propria lite permanente dai risvolti penalistici, elementari e comprensibili ragioni di imparzialità e di trasparenza avrebbero imposto (NDR: all'Acerbi) di astenersi, tanto più che si era anche in presenza di una formale istanza di ricusazione (NDR: del medesimo Segretario presentata dal Donati)".
Ci sia consentita a margine dei fatti una breve riflessione: anche senza entrare nel merito delle diverse "liti".
Allo stato di evidente tensione (che non può aver coinvolto i soli dirigenti citati negli atti giudiziari), si desume che l'aria nella "Casa Rosada" di Piazza Gori deve essere divenuta assai pesante.
Come si può, ci domandiamo, gestire proficuamente (per la cittadinanza) e tranquillamente un Ente in cui scorre un fiume di carte bollate?
Senza affibbiare responsabilità direttamente ad alcun soggetto, preso atto di un clima mefitico comunque determinatosi, non è maturato il tempo di resettare la macchina nella sua interezza? Serve, a nostro opinabile avviso, con tutta probabilità, una nuova squadra di governo "vergine", non impelagata in conflitti ormai insanabili, serve forse uno studio preventivo condotto da terzi ed un totale riordino della macchina amministrativa e delle sue umane capacità, in modo che, dal primo all'ultimo dipendente, tutti abbiano l'opportunità di fare il loro meglio.
Serve quel pizzico di realismo, misto ad umiltà, necessario a rendersi conto che la strada che si sta percorrendo porta solo allo sfascio dell'istituzione.