Conferenza stampa indetta per fare il punto della situazione sul procedimento giudiziario nei confronti di Fausta Bonino, l'infermiera dell'ospedale Villamarina di Piombino, accusata nel marzo dello scorso anno, di omicidio volontario continuato alle spese di 13 pazienti la cui morte è stata ritenuta sospetta e riconducibile, secondo l'accusa, ad un sovraddosaggio di eparina somministrato ai malati che si trovavano ricoverati nel reparto di anestesia e rianimazione tra il 2014 ed il 2015.
L'avvocato Cesarina Barghini ci tiene a sottolineare che la carcerazione preventiva riservata alla sua assistita è stata inutile, un atto a suo parere ai limiti della legalità, e lo dimostrerebbe il fatto che a quasi un anno dalla scarcerazione la Bonino non abbia mai dato da pensare che potesse far perdere le sue tracce nè che tantomeno fosse un elemento pericoloso, vista la sospensione immediata dal lavoro stabilita dall'Azienda sanitaria.
Il punto focale della difesa dall'avvocato Barghini sussiste sostanzialmente nel dichiarare fermamente che fino al momento in cui non si stabilirà che i pazienti siano realmente deceduti per un'emorragia, dovuta allo scoagulamento per somministrazione non prescritta o sovraddosata di eparina, è inutile cercare un colpevole.
Dall'accusa viene preso come documento valido e certo il quadro sinottico fornito dall'Azienda Sanitaria, che riunisce quanto avvenuto nel reparto, dalle somministrazioni, ai decessi, alle presenze, ma secondo l'avvocato il documento è del tutto inattendibile perchè non è basato su una ricerca scientifica, ma solo sulla ricostruzione dei fatti redatta a tavolino dalla caposala, dal primario e dalla dirigenza dell’Asl, senza avvalersi di nessun dato clinico o scientifico.
Infatti la signora Bonino e la sua difesa, dopo aver abbondantemente ricercato prove, consultato cartelle cliniche ed essersi avvalse del parere dell'ematologo di parte Andrea Artoni, aggiungono anche che non solo la signora Bonino non è l'"infermiera killer", ma che non esiste nessun serial killer. Gli indizi usati dagli inquirenti per accusare Fausta Bonino sono basati solo su semplici ipotesi e che quindi non possono essere presi in considerazione come prove sulle quali costruire un impianto accusatorio solido.
Si dovranno quindi attendere i risultati degli esami autoptici, che sono in corso a cura del collegio peritale, costituito da 5 luminari della medicina nominati dal GIP, per poter stabilire se ci siano o meno gli estremi per continuare il processo ed indagare sulla colpevolezza dell'infermiera.
Con la conferenza di oggi l'avvocato ha cercato di dare un'idea complessiva e corretta dello svolgimento delle indagini per tutelare l'immagine, già profondamente compromessa, della signora Bonino e non perde occasione per ribadire la sua convinzione dell'innocenza della sua assistita.