Inattesi sviluppi di un "caso sanitario" che aveva fatto parlare la comunità isolana nel recente passato: quello del decesso di una paziente dopo una routinaria operazione di cataratta.
Tutto inizia nel marzo del 2006 quando Annunziata Vettori, 75 anni, viene ricoverata all'ospedale di Portoferraio per sottoporsi ad un primo intervento di cataratta, la signora riconosciuta come soggetto allergico, era in possesso di una cerificazione rilasciata dall'ospedale di Pisa che attestava la sua intolleranza ai farmaci betalattamici.
Il medico oculista che l'aveva in cura somministra alla paziente lo Zoref, un antibiotico betalattamico, per fortuna senza nessuna reazione allergica.
La cosa va invece diversamente qualche mese più tardi, nel novembre 2006, quando la signora subisce un secondo intervento, ed anche questa volta il medico, Dott. Alessandro Burroni, somministra lo Zoref alla paziente, che immediatamente percepisce una sensazione di soffocamento e muore in pochi minuti, per quello che viene definito nell'autopsia, svolta dal Dott. Papi dell'ospedale di Pisa, uno shock anafilattico.
La famiglia della paziente, seguita dall'Avvocato Uccelli, decide di procedere nei confronti dell'oculista con l'accusa di omicidio colposo.
Durante il processo penale l'avvocato della difesa, grazie ad un vizio di forma, riesce a far escludere dalle prove l'autopsia del dott. Papi, il medico viene comunque ascoltato dal Giudice come teste.
Il Tribunale decide allora di affidare la perizia scientifica ad un collegio composto dai Prof. Pierucci, Spinelli e Pastorello che, valutati gli atti e la documentazione sanitaria, concludono che la morte della signora Vettori non è legata alla somministrazione dello Zoref, ma piuttosto ad un'attacco asmatico particolarmente violento.
A questo punto le perizie mediche, da una parte quella del Dott. Papi e dall'altra quella del collegio nominato dal tribunale, sono in contraddizione.
Il PM, Dott. Masini, secondo l'art. 530 2° comma, chiede l'assoluzione per insufficenza di prove, ma il Giudice, la Dott. Cirese, non condivide la perizia del collegio e condanna Burroni per omicidio colposo ad un anno di reclusione ed al pagamento delle spese processuali e dei danni morali alla famiglia della deceduta.
L'imputato fa ricorso in appello nel 2016, e viste le perizie scientifiche completamente discordanti, la Corte d'Appello di Firenze nomina un nuovo collegio di periti dell'Università di Padova, la dr.ssa Silvia Tambuscio, specialisa di medicina legale, il Prof. Giampiero Giron, ordinario di anestesia e rianimazione e la Prof. Fiorella Calabrese, ordinaria di anatomia patologica, per far riesaminare le cause e le concause che hanno portato al decesso della signora Vettori.
Ormai, purtroppo - come annuncia l'Avvocato Carla Leonardi, tra i rappresentanti legali delle parti civili - stanno scadendo i termini ed il reato è caduto in prescrizione (7 anni e 6 mesi per il reato imputato al Dott. Burroni), ma nonostante quello arriva la perizia del collegio che dimostra, oltre ogni ragionevole dubbio, che la morte di Annunziata è riconducibile alla somministrazione di Zoref e che la perizia del collegio formato da Pierucci, Spinelli e Pastorello è erronea, incompleta e contraddittoria.
E ancora, il fatto che la donna non avesse avuto conseguenze, 6 mesi prima, con la somministrazione dello stesso farmaco è smentito dal fatto che fu proprio quella prima somministrazione a risensibilizzare la donna all'antibiotico che le è stato poi fatale.
In conseguenza a ciò l'appello viene respinto, e considerata appunto "erronea, ìncompleta e contraddittoria" la perizia consegnata dai Prof. Pierucci, Spinelli e Pastorello, per questo il Procuratore Generale, secondo l'art. 373 cp, procede ad indagare sui periti del 1° grado per il reato di "Falsa interpretazione e perizia".