Abbiamo fatto male a credere alle promesse fatte dopo l’alluvione del novembre 2011, l’ecomostro di Procchio ha partorito un topolino, o meglio un grosso ratto: lo stesso ecomostro che, grazie alla messa in sicurezza pubblica pluri-milionaria, verrà costruito nello stesso posto, a due passi, liberandosi anche dei fastidiosissimi fondi commerciali, fuori mercato per la crisi economica e destinati a rimanere vuoti, per realizzare altri mini-appartamenti estivi, che andranno a rimpinguare le migliaia di seconde case che già soffocano l’Elba e la sua economia. Del centro servizi iniziale resta solo il nome che sottolinea la beffa.
Non ci sarà niente da festeggiare dal 15 al 18 marzo quando lo scheletro dell’ecomostro verrà abbattuto perché risorgerà come prima, con i suoi 7.500 metri cubi, appena accanto. Invece della festa e dello spumante ci toccherà mettere i manifesti a lutto per una vicenda che si conclude con la resa delle amministrazioni pubbliche agli interessi privati. Non è una sconfitta nostra, è una sconfitta del bene pubblico e della comunità di Procchio che non avrà quel polmone del quale aveva bisogno, ma avrà altra congestione ed altro cemento. Lo stesso accadrà probabilmente a Cavo alla Costa dei Barbari (4.500/4800 m3 vista mare) dove chi amministrava il Comune di Rio Marina ha fatto di tutto per favorire un’altra operazione edilizia della premiata ditta pistoiese Giusti e Filippi, che voleva costruire anche sull’isolotto di Cerboli (Rio nell’Elba) e non ci è riuscita solo perché si è trovata di fronte i vincoli del Parco Nazionale ed una Sindaca un po’ più tosta che per una volta non ha ceduto sulle modifiche degli strumenti urbanistici.
E’ ancora una volta una beffa quella di una messa in sicurezza del territorio dalle alluvioni con soldi pubblici che serve a costruire cemento privato e sembrano completamente dimenticati i giuramenti fatti all’Elba e in Lunigiana che nessuno avrebbe più costruito nelle zone esondate, nemmeno chi aveva già ottenuto le concessioni. Invece il continuo rinvio dell’abbattimento dell’ecomostro è servito solo a trattare un accordo capestro nel quale le Amministrazioni si sono letteralmente calate le braghe.
Quella dell’ecomostro di Procchio è una bruttissima pagina sugellata dalla tracotanza con la quale il costruttore Giusti illustra l’accordo firmato con Regione e Comune e risponde beffardo alla Sindaca di Marciana, che chiede in cambio spazi di pubblica utilità, almeno un ambulatorio, «Se c’è la richiesta io vendo, è il mio mestiere, se poi il sindaco Bulgaresi ha dei clienti, me li porti». Insomma gli amministratori comunali trasformati in agenzia immobiliare ed irrisi anche quando i palazzinari dicono che in cambio avranno comunque gratuitamente il parcheggio del mercato e la bretella stradale (già esistenti e previsti nell’accordo originario) e che faranno un gran comodo agli acquirenti del nuovo condominio/ecomostro per accedere ai loro miniappartamenti e per parcheggiare le loro auto. Siamo al paradosso dei costruttori pistoiesi che benedicono l’alluvione del 2011 che ha sbloccato quel che aveva reso impossibile l’alluvione del 2002!
Il 20 maggio 2012, dopo l’ennesimo rinvio dell’abbattimento dell’ecomostro, scrivevamo: «Non sarebbero invece tollerabili “compensazioni” o “trattamenti di favore” verso i costruttori pistoiesi, coinvolti pesantemente nello scandalo edilizio di “Elbopoli”, che a Procchio hanno commesso un accertato abuso edilizio che riguarda una parte dell’Ecomostro e che hanno iniziato a costruire i loro mucchio di mini-appartamenti subito dopo l’altro alluvione del 2002, che mandò l’intera area sott’acqua, ignorando il chiaro rischio idrogeologico in una zona attraversata da diversi fossi. La messa in sicurezza, che verrà fatta con soldi pubblici, deve servire a mettere in sicurezza Procchio, non un pezzo della speculazione edilizia bloccata dalla Magistratura. L’Ecomostro va abbattuto completamente perché non solo è a rischio ma perché è esso stesso una delle cause, la principale, del rischio di alluvioni, uno dei moltiplicatori di rischio, avendo sconvolto l’assetto dell’area. Nessuna “compensazione” può avvenire nella stessa area dell’Ecomostro o nelle sue vicinanze. E se compensazione ci dovrà essere deve tener conto del danno inferto da questa scellerata speculazione al territorio di Procchio, alla sua immagine ed alla sua sicurezza. Chi ha realizzato l’Ecomostro di Procchio non deve trarne nessun vantaggio, è la comunità che deve essere risarcita dagli errori fatti da chi ha realizzato e consentito questo enorme disastro urbanistico ed ambientale».
Prendiamo atto che è avvenuto esattamente l’opposto, prendiamo atto che si è scelto di fare il contrario di quanto avrebbero voluto il buon senso, la buona politica e la buona urbanistica.