La telemedicina sbarca all’interno del carcere di Porto Azzurro. Si sono conclusi con esito positivo le prime sessioni di trasmissione tra la casa di reclusione elbana e il reparto di Dermatologia dell’ospedale di Livorno che da oggi potrà acquisire in tempo reale immagini ad alta risoluzione di presunti melanomi o altre lesioni o infezioni cutanee e refertarle a distanza senza ricorrere a spostamenti di professionisti o di detenuti sempre impegnativi logisticamente.
“Si tratta di un altro passo in avanti – dice Andrea Belardinelli, responsabile dell’Area programmazione e innovazione dell’Azienda USL 6 – che si inserisce nell’ambito più ampio dei progetti aziendali di telemedicina e di sanità insulare dove un ruolo primario è svolto anche dalla sanità penitenziaria. La strada per permettere ai cittadini reclusi di avere pari opportunità sanitarie, in considerazione delle loro oggettive condizioni di isolamento geografico e di custodia, delle difficoltà ad effettuare trasporti verso le strutture sanitarie fuori dal carcere, e delle difficoltà a garantire il servizio dei medici all’interno, passa necessariamente attraverso l’utilizzo di una tecnologia che permetta di comunicare in maniera sempre più efficiente abbattendo muri e distanze. Così dopo aver completato l’allacciamento alla banda larga, ovvero all’infrastruttura necessaria per far viaggiare in maniera veloce e sicura grandi quantità di dati, da oggi è possibile garantire nuovi servizi direttamente all’interno del carcere: un grande traguardo sia dal punto di vista sanitario che tecnico. Tramite l'utilizzo della cartella clinica ambulatoriale possono essere acquisite immagini tali da rendere l’esame assolutamente paragonabile in termini di qualità ed accuratezza a un visita fatta di persona o al semplice consulto di referti medici. Queste immagini, insieme alle altre informazioni sanitarie inserite nella cartella clinica informatizzata, rispettando le prescrizioni previste dalla privacy, vengono così archiviate nei dossier personali permettendo di seguire nel tempo l’evoluzione clinica di un paziente: un potente strumento per avere una visione di insieme della storia sanitaria personale”.
Il progetto di Teledermatologia consente così una corretta diagnosi tramite la trasmissione di dati clinici, immagini micro e macroscopiche, ma anche esami ematochimici e riferimenti anamnestici, tra il medico presente all’interno del carcere e lo specialista dermatologo in ospedale. “Il funzionamento – assicura Giovanni Bagnoni, direttore della Dermatologia dell’Azienda USL 6 di Livorno – è semplice e immediato. Il medico del servizio di medicina carceraria acquisisce immagini di una lesione cutanea con una videocamera digitale opportunamente modificata e messa a disposizione all’interno del carcere. Le trasferisce sulla cartella clinica informatizzata e le trasmette, con il quesito diagnostico ed i relativi esami, al nostro reparto dove lo specialista dermatologo si occupare di fare una diagnosi e quindi l’eventuale terapia. Il servizio, infatti, offre anche indicazioni sul percorso da intraprendere e sulla data di successivi controlli. In più, se l'analisi individua una situazione da approfondire, si ha la possibilità di accedere rapidamente a visite specialistiche dirette”.
Si tratta del primo passo per lo sviluppo completo della telemedicina che progressivamente sarà a disposizione dei tre istituti carcerari presenti sul territorio livornese. Una scelta che permetterà di abbattere tutte quelle barriere, spaziali e temporali, che rendono difficoltosa una valutazione medica in loco. “La maggior parte delle visite specialistiche fino ad oggi – conferma Maria Gloria Marinari, responsabile della Sanità carceraria per l’Azienda USL 6 – sono effettuate direttamente all’interno degli istituti penitenziari in quanto lo spostamento dei detenuti in ospedale necessita di una complessa rete organizzativa e burocratica. La possibilità di effettuare visite o prestazioni specialistiche con la telemedicina, per adesso limitato alla Dermatologia, rappresenta indubbiamente un vantaggio, perché permette di rispondere a necessità sia diagnostiche che terapeutiche con tempestività, senza alcuna riduzione della qualità offerta dalle prestazioni”.