In molti hanno partecipato ieri al saluto di don Gianni Mariani, nella chiesa parrocchiale San Giuseppe di Portoferraio. La liturgia funebre è stata celebrata dal vescovo diocesano, don Carlo Ciattini, insieme a sedici sacerdoti che operano in diocesi. Un saluto all'insegna della commozione ma anche della festa che nasce dalla convinzione cristiana che la morte non ha l'ulima parola. I canti sono stati animati da un coro che ha messo insieme cantori di San Giuseppe e del Duomo di Portoferraio e di San Gaetano di Marina di Campo.
La celebrazione si è conclusa con la lettura di alcuni messaggi: la lettera dei nipoti del parroco, il ricordo del presidente diocesano dell'Azione Cattolica, Emanuela Montagnani, e del direttore della Schola Cantorum San Gaetano, Corrado Nesi. Infine, è intervenuta Rina Bonti a nome dei membri del Consiglio pastorale parrocchiale, cioé di coloro che hanno maggiormente collaborato con lui in questi dieci anni.
E' stata espressa "gratitudine a Dio per il dono di quest'uomo buono, generoso, attento alle persone, soprattutto ai più bisognosi". Don Gianni, infatti, si è fatto prossimo, avvicinandosi ad ogni persona, senza giudicare ma accogliendo tutti e dialogando con tutti. La presenza di tante persone, in questi giorni, è testimonianza sincera di questa vicinanza. E' stato detto che “don Gianni aveva la chiave per aprire il cuore delle persone”.
Soprattutto, è stata richiamata la sua attenzione ai poveri, ai bisognosi. "Ci teneva davvero tanto. Soprattutto alla mensa quotidiana e ai servizi vari della Caritas. E coinvolgeva tanti nel volontariato che, per i cristiani, è testimonianza di carità. Come a loro diceva: 'Ricordate che non lo fate per me, ma per il Signore!'". Era un aiuto concreto. E spesso si metteva la mano in tasca. Ma andava anche oltre l'assistenza. Infatti, non si stancava di dire: "Dobbiamo offrire loro cibo insieme ad una parola, all'amicizia, perché hanno bisogno anche di calore umano". E cercava di promuovere la persona affinché potesse recuperare fiducia in sé e fare delle scelte per la vita.
Infine, era uomo aperto alla realtà. Alcuni mesi fa, testimoniò la fiducia nella forza della solidarietà partecipando ad un evento a favore dell'apertura e dell'accoglienza. Sapeva che la solidarietà è valore che può accomunare credenti e non credenti. E molti, che un tempo nella Chiesa venivano chiamati “i lontani”, in questi due giorni hanno rimarcato questo elemento, partecipando al lutto-speranza dei cristiani.
Don Gianni ha vissuto la sua malattia, lunga, senza farla pesare agli altri. E dai momenti più critici si è sempre ripreso impegnandosi ancor di più.
Questa mattina, la salma ha lasciato l'Elba per raggiungere la provincia di Pavia dove verrà sepolto.
I suoi parrocchiani lo hanno salutato impegnandosi a continuare la sua opera, insieme al nuovo parroco che prossimamente verrà nominato dal Vescovo.
R.R.