Finalmente qualcuno cerca di far capire che Portoferraio è il paese più danneggiato dagli arrivi di questo concentrazione di turisti quasi esclusivamente nel porto di Portoferraio, mettendo a dura prova anche i turisti, ma loro arrivati alla rotatoria di Carpani, uno a destra l’altro a sinistra, spariscono per le loro destinazioni.
Ma noi abitanti a Portoferraio e dintorni subiamo non pochi disagi. Cominciando dall’inquinamento che producono le navi che sprigionano fumi venefici dai loro fumaioli, basta guardare alzando lo sguardo, per quanto tempo queste polveri sottili permangono in aria. Inquinamento acustico provocato soprattutto da alcune navi che fanno persino vibrare i vetri delle finestre. E poi quello che succede nelle acque della rada di Portoferraio. Per chi non lo sapesse ancora, il fondale della rada è costituito prevalentemente da fango e dato l’andirivieni dei traghetti, il mare è ormai diventato una fanghiglia perennemente in sospensione. Il fondale è smosso come se degli enormi frullatori fossero accesi per tutto il giorno dalla mattina alle 5 con la prima partenza sino alle 23.30 momento dell’ultimo arrivo. Questo disturbo al fondo marino oltretutto è ampliato e peggiorato notevolmente dalla propulsione della “nave gialla”, data la sua speciale propulsione a idrojet.
….. Se poi qualcuno avesse dei dubbi, venga a fare un bagno anche solo a San Giovanni, indossi la maschera e metta la testa sott’acqua.
Per non parlare delle auto abbandonate per settimane o mesi su tutti i parcheggi limitrofi alla zona portuale, soprattutto nei piazzali dei supermercati, persino in zona cimiteri, togliendo parcheggi per i residenti. Ci sono momenti in cui (basta guardare i vari orari di arrivo su Portoferraio delle compagnie) il traffico del porto è congestionato dall’arrivo o dalla partenza quasi simultanea di più traghetti e si crea un blocco stradale di centinaia di metri e a volte di chilometri, nelle uniche due strade disponibili. Il tutto senza un vigile nei tre punti più critici per far rispettare le corsie direzionali, intanto che a Portoferraio si respira un’ aria salubre molto indicata dai medici.
Tutti i servizi più importanti sono a Portoferraio cominciando dall’ospedale che in stagione è un continuo squillio di sirene tra ambulanze, pompieri e forze dell’ordine. Ancora peggio il via vai dell’elicottero che per ogni volo sulla città per atterrare sulla piattaforma dell’ospedale non è certo acqua di colonia. E tanti altri problemi, come il deposito carburanti da cui ogni volta che viene la bettolina a riempire le cisterne, parte un odorino non certo invitante, e tante altre criticità.
Per tornare all’inizio di questo mio sfogo come persona che da venti anni risiede sull’isola, mi sono reso conto che Portoferraio è divenuta piano piano la cenerentola degli ora sette comuni, invece che rappresentare a pieno titolo il capoluogo dell’Elba. Mi domando come sia stato possibile che le amministrazioni precedenti da quando è stata istituita questa tassa di sbarco, non abbiano mai fatto prevalere i diritti di Portoferraio in quanto sede del maggior porto isolano. Quindi a Portoferraio deve andare di diritto la maggior percentuale del ricavato di questa tassa. E poi è da controllare- e per questo sarebbe diritto di tutti gli abitanti sull’isola, ma soprattutto diritto di chi questa tassa la paga e cioè i turisti- e sapere come le amministrazioni spendono i loro soldi. E a questi proposito sarebbe logico vedere pubblicati sulla stampa i bilanci dei vari comuni con i dettagli di come è stata usata la tassa in modo che possiamo tutti capire se è stata usata secondo i fini per cui è nata.
Un’ultima cosa. Quando io vado a Livorno a trovare i miei parenti, essendo ospitato in casa loro, la tassa di soggiorno non la pago. Così come chiunque di noi quando è ospitato nelle case di parenti o amici in giro per l’Italia non è chiamato a lasciare al comune che lo ospita la tassa di soggiorno. Allora perché i miei figli quando vengono a casa mia devono pagare la tassa di sbarco? E soprattutto che c’entrano i minori?
Mi auguro che il Sindaco e il vice Sindaco di Portoferraio che si sono finalmente esposti in prima persona, sicuramente appoggiati da tutto il consiglio, vincano questa battaglia affinché ai Portoferraiesi sia riconosciuto ciò che ci spetta di diritto, e si riprenda la dignità di capoluogo dell’isola d’Elba.
Roberto Borra