Smantellare la nave lontano dalla Toscana aumenterebbe i rischi ambientali: la Regione deve poter seguire anche la seconda parte dei lavori. Il progetto prescelto dovrà evitare un impatto significativo sul delicato ecosistema marino del Giglio.
La rimozione della nave Concordia dall'Isola del Giglio continua a destare preoccupazione soprattutto per la scelta della destinazione dove smantellare la nave stessa. Legambiente chiede un'attenzione particolare anche all'ecosistema marino nell'area dove la Concordia è attualmente arenata.
"I lavori di smantellamento della nave Concordia devono essere fatti in Toscana – affermano Fausto Ferruzza presidente Legambiente Toscana, Umberto Mazzantini responsabile Isole minori Legambiente e Angelo Gentili della segreteria nazionale –, anche perchè trasportare la nave lontano aumenterebbe i rischi ambientali. Come detto dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il porto adatto più vicino all'Isola del Giglio è quello di Livorno, ed è giusto che la nave venga portata e smantellata là. La Toscana, che ha subito le conseguenze ambientali e di immagine del naufragio, ha il diritto di controllare anche le operazioni successive allo svuotamento dei serbatoi. Esprimiamo soddisfazione per lo svuotamento delle cisterne del carburante e dei liquami e per come sono stati portati avanti i lavori fin ad ora, e ci auguriamo che lo stesso livello di professionalità sia usato anche per le fasi successive che presentano rischi diversi ma altrettanto preoccupanti. Chiediamo quindi che il progetto di rimozione venga esaminato non solo dal punto di vista tecnico ma anche per quanto riguarda la sostenibilità ambientale dell'intera operazione. Infatti le infrastrutture utilizzate, il cantiere allestito e le operazioni che verranno messe in atto in ambiente marino e costiero dovranno seguire un protocollo che eviti un impatto ambientale significativo per il ricco, fragile e sensibile ecosistema marino presente nell'area dove la nave si è incagliata e soprattutto non deve compromettere la sua conformazione, necessaria ad un futuro recupero dell’area".
L'associazione del Cigno continuerà a sostenere la comunità gigliese che ha gestito nella maniera migliore, con grande cività e umanità, questo tragico incidente per far sì che ci siano le condizioni per un futuro positivo sia dal punto di vista economico-turistico che dal punto di vista strettamente ambientale. "La stessa attenzione che c'è sulla vicenda della Costa Concordia – sottolineano infine Ferruzza, Mazzantini e Gentili – va usata anche per rimuovere prima possibile i fusti tossici caduti a largo della Gorgona il 17 dicembre 2011 dall’eurocargo Venezia della Grimaldi Lines e trovare quelli “mancanti”, e per far sì che la vicenda non finisca nel dimenticatoio".