Quando il Comitato Elba Sanita’ di cui ero portavoce ha iniziato la sua battaglia per difendere la sanità elbana dalla ristrutturazione materiale ed organizzativa del nosocomio elbano e dei servizi sanitari territoriali, il suo primo obbiettivo è stato quello di indicare, rendendo pienamente cosciente l’opinione pubblica elbana, oltre coloro che purtroppo iniziavano a sperimentarlo direttamente sulla propria pelle, quale pericolo corresse la nostra comunità. Nel medesimo tempo, eravamo coscienti che la nostra forza e quella di tutti i cittadini sarebbe stata consolidata dalla piena unità di intenti che tutte le forze sociali, politiche ed in particolare istituzionali avrebbero raggiunto. Per questo in prima battuta richiedemmo con insistenza un incontro con Vanno Segnini presidente della Conferenza dei Sindaci. Durante il nostro primo colloquio con lui, francamente mi sorprese sia la sua poca consapevolezza di ciò che stava accadendo nel nostro sistema sanitario, sia la mancanza da parte sua di un conseguente progetto programmatico di ampio respiro che potesse con autorevolezza contrastare la mera riduzione dei servizi e delle prestazioni sanitarie che si stavano profilando ai nostri danni. In occasione di un Consiglio comunale aperto alla De Laugier fu il Comitato, di cui io fui latore, a presentare un documento, messo agli atti dal Segretario Comunale, in cui si prospettava la costruzione di un nuovo servizio sanitario all’Elba e in cui si tentava di coniugare la indubbia esigenza di una razionalizzazione per evitare sprechi e duplicazioni con la necessaria efficienza, indirizzata al completo soddisfacimento dei bisogni sanitari dei nostri cittadini, evitando gestioni a carattere solo ragioneristico, soprattutto in considerazione della configurazione orografica ed insulare del nostro territorio. Purtroppo la mancanza di un tale respiro programmatico si è mantenuta nel tempo, mentre Segnini, pur rendendosi ormai conto del degrado dei servizi sanitari, dava spazio solo a singole richieste parziali e non completamente esaustive. Una tale cesura veniva evidenziandosi sempre di più nei suoi successivi comportamenti autoreferenziali e poco coinvolgenti culminati nel giudizio favorevole e senza alcuna riserva dato nei confronti della gestione aziendale e per la riconferma della Dott.ssa Monica Calamai, quando viceversa gli stessi altri Sindaci elbani e l’opinione pubblica elbana ne avevano espresso sempre giudizi fortemente critici. Alla luce delle ultime vicende relative alla richiesta di sostituzione del Responsabile di Zona Massimo Scelza, nasce il sospetto che quest’ ultimo fosse stato merce di scambio fra Segnini e Calamai. E’ solo un sospetto non certo suffragato da alcuna prova documentale. Qualcuno allora potrà obiettare che senza prove è meglio tacere, forse ha ragione; qualcuno, però, diceva che a pensar male spesso ci si azzecca. Non è giusto viceversa tacere su un fatto: quando si chiese conto a Segnini delle motivazioni che lo avevano spinto ad un giudizio favorevole nei confronti della Dott.ssa Calamai, rispose semplicemente che una eventuale sostituzione avrebbe comportato una mancata continuità nel confronto e nella risoluzione delle criticità del nostro sistema sanitario. Scelza può anche aver commesso errori ed omissioni, nessuno è perfetto, ma non dobbiamo dimenticarci che un direttore di zona responsabile per il territorio è un dipendente dell’Azienda sanitaria quindi sottoposto a vincoli e direttive, mentre un Sindaco Presidente di Conferenza è solo condizionato da un mandato elettivo con ampi margini di critica. Alcune iniziative, però, indubbiamente sono state intraprese con il contributo di Scelza. Per riferirne alcune: la ricognizione di tutti i nostri distretti socio sanitari con la necessaria ristrutturazione tale da consentirne l’accreditamento, il progetto di riqualificazione della Residenza Sanitaria Assistita di S.Giovanni, l’estensione di alcuni servizi sanitari territoriali in maniera più parcellizzata, la dotazione alle ambulanze elbane del servizio tele cardiologico, soprattutto il progetto per la creazione dell’ospedale di Comunità e dell’ Hospice. Chiedere ora la sostituzione di Scelza da parte di Segnini e della maggioranza dei Sindaci significa usare due pesi e due misure fra Lui e la Calamai e non consentire appunto continuità nel confronto e nell’esecuzione dei progetti ancora da portare a termine. Ecco che allora lo scontro in atto prende la forma di un indebito scontro politico fra centro destra e centro sinistra con strumentalizzazioni inammissibili su un tema così importante e delicato per i nostri cittadini. Ora la decisione di confermare o meno Massimo Scelza spetterà alla Direttrice dell’ Asl 6, anche per mettere a tacere o meno le male lingue, compresa la mia. Se Scelza dovesse per sua volontà o perché costretto fare un passo indietro, credo che, per tutte le ragioni su esposte, debba farlo anche Vanno Segnini confermando le sue dimissioni irrevocabili da Presidente della Conferenza se non altro per rasserenare tutti gli animi e riiniziare un percorso con la massima unità possibile come ha auspicato Paola Mancuso. Ho detto e confermo che la decisione di Segnini di far partecipi i Comitati dei cittadini al confronto fra la Conferenza e la Direzione aziendale poteva essere un fatto rivoluzionario, ma ho anche precisato, proprio in occasione dell’unica riunione comune che si è fatta, in cui incredibilmente Segnini mi apostrofava accusandomi di parlare troppo, ma non facevo altro che difendere i diritti degli elbani e non credo banalmente come qualcuno per interesse di parte ha anche insinuato, che la decisione su come coinvolgerli, per dare corpo anche ad un democrazia diretta, spettava solo e soltanto ai Sindaci per il rispetto dovuto ai rispettivi ruoli e alla rappresentanza democratica delle Istituzioni locali come cardini della democrazia rappresentativa ed elettiva fortunatamente ancora in vigore.