Alle 22 di martedì 24 ha lasciato l'isola con l'elicottero Pegaso il sessantunenne paziente portoferraiese trovato positivo al coronavirus lunedì, dopo che era stato ricoverato nel nosocomio elbano per una situazione preinfartuale.
Un trasferimento obbligato, essendo l'ospedale di Portoferraio "no Covid", ancorché dotato di una "bolla protetta" che potrebbe funzionare come base di eventuali successivi trasferimenti.
Ma si profila anche il quarto caso elbano, perché non verserebbe in buone condizioni di salute, e potrebbe risultare affetta da Covid 19, anche la moglie del paziente trasferito in continente.
Il virus avrebbe quindi toccato due diversi nuclei familiari, uno di Rio Marina (ora in isolamento domestico) e l'altro della campagna di Portoferraio, ma legati tra di loro dalla occasione di un contatto verificatosi circa 15 giorni orsono nel riese. Un unico agente avrebbe quindi infettato le quattro persone.
Scoperta quindi l'unicità del focolaio dei casi attuali, si sta procedendo per cerchi concentrici sempre più larghi alla individuazione e messa in quarantena dei potenziali positivi.
Intanto con procedura opportunamente cautelativa, nella giornata di martedì 24 marzo si sono praticati altri 70 tamponi (dopo i 30 di lunedì) al personale sanitario ed ai pazienti dell'ospedale, esami il cui esito sarà noto in giornata di mercoledì 25.
L'Isola d'Elba, per le sue caratteristiche di enclave e di non eccessiva popolazione, si presterebbe bene per testare quanto annunciato dal Presidente Rossi, vale a dire quello screening di massa - tramite test sierologici- per individuare la presenza di anticorpi al virus- e successivamente i positivi asintomantici ancora attivi.
CR