La nave proveniente da Portoferraio attracca, in orario, al molo di Piombino e, accanto, alla stazione ferroviaria vedo distintamente la sagoma azzurra dell’autobus TIEMME sostitutivo del servizio FFSS, parcheggiato. Il tempo di scendere dalle scale in banchina, di incamminarmi a passo svelto verso la stazione e, voilà, la sagoma azzurra dell’autobus prende inesorabilmente il via per la sua improcrastinabile missione !
Peccato, per 1 solo minuto ho perso l’appuntamento con il destino, con tanto di ricorso al costoso taxi per arrivare alla stazione FFSS di Campiglia.
Dicono : colpa delle navi che, per risparmiare carburante, hanno allungato di 10 minuti il tempo delle loro traversate e degli autisti condannati al ferreo rispetto delle loro tabelle di marcia.
Ancora. Parto in orario da Roma con il Frecciabianca di Trenitalia (la mia funzione consigliare mi impone questo particolare pendolarismo) ed arrivo con leggerissimo ritardo a Campiglia.
Questa volta, almeno, non soffro l’illusione di vedere la sagoma dell’autobus azzurro della TIEMME e, peggio, di vederlo andare via : era già andato via da almeno 3 minuti, come riferito dal Capostazione.
Dicono : colpa di Trenitalia che, vittima delle coincidenze internazionali, qualche volta ritarda un pò, e colpa ancora del ferreo obbligo di rispettare le tabelle di marcia TIEMME.
Peccato anche questa volta, e solito ricorso al costoso taxi per arrivare alla stazione marittima di Piombino.
Classiche, e non ricordo più quante volte ripetute, storie di ordinaria follia, tanto da spingere qualche stizzito compagno di viaggio ad avanzare inaccettabili illazioni su una “convenzione” tra tassisti e gestori autolinee.
Ora, non voglio ricorrere ai ricordi personali del tempo in cui littorine e carrozze a cavalli (sì, ho visto anche quelle a Piombino!) regolavano presenze, corse ed orari in funzione dell’arrivo a vista della nave in porto o del previsto arrivo dei principali treni da Roma o da Milano: potrebbe sembrare una “eccessiva” attenzione nei confronti dell’utente e dei frequentatori dell’Isola d’Elba !
Tuttavia, ancora nel 2013, anche giustificatamente escludendo Trenitalia vincolata da coincidenze internazionali e nazionali di maggiore complessità, è mai possibile ed accettabile che gli attuali rispettivi gestori dei collegamenti navali con l’Elba (Moby-Toremar) e dei collegamenti pubblici a terra (TIEMME) non riescano, o non vogliano, mettersi al tavolo per concordare un sincronismo delle rispettive tratte, assicurando una reale continuità di servizio almeno 1 volta per ciascuna delle 3 fasce orarie giornaliere principali ?
Per tacere, poi, delle avventure di mobilità incerta che attendono coloro che, una volta sbarcati all’Elba al di fuori degli attuali orari previsti,questa volta, dalla ATL, avessero l’impudenza di voler raggiungere località elbane diverse da Portoferraio : ricordo con nostalgia l’esistenza, all’epoca, dell’ultimo autobus serale “raccogli-tutti” che faceva il giro dell’Isola !
Massima simpatia anche per quei viaggiatori che, utilizzando il mezzo aereo, atterrino in orari evidentemente “sconci” all’Aeroporto di Campo !
Tutti leggiamo e parliamo della crisi del turismo (e non solo) all’Isola d’Elba e della crisi economica in generale che ha profondamente modificato abitudini e disponibilità di spesa dei potenziali turisti.
Allora, però, non si capisce questa inesistente attenzione ad uno dei fattori di successo principali per la sostenibilità di una politica turistica incentivante (ma anche per la stessa vivibilità elbana) : la mobilità.
A meno che l’obiettivo non sia quello di lanciare una campagna di marketing turistico fondata sullo slogan : “Lasciate ogni speranza o voi ch’andate all’Elba senza auto propria o senza taxi”.
Paolo Di Pirro