In non moltissimi anni Raffaele Caricchio, cinquantenne nato in Venezuela, era riuscito a ritagliarsi all'Elba un ruolo di "personaggio" di una certa levatura; dotato di buone capacità organizzative ed intraprendenza si era segnalato come "animatore" della Cooperativa Marina di San Giovanni (che puntava alla costruzione di un vero e proprio porto turistico ferajese bis o ter, ferocemente avversato dagli ambientalisti di Legambiente e dagli "indigeni" sangiovannini).
Suscitando non poca sorpresa di chi lo giudicava portatore di idee politicamente opposte, Caricchio qualche anno fa si iscriveva al PD dove compiva una fulminea carriera, giungendo subito ad essere eletto segretario del più importante circolo piddino, quello del Capoluogo elbano, carica da cui si dimetteva solo qualche mese fa, pur restando tra i dirigenti e (pare) in odore di un altro incarico.
Contemporaneamente andava ad arenarsi sui bassi fondali di San Giovanni il progetto del porto turistico, messo in sofferenza un po' dalla crisi economica e molto dalla svolta ambientalista della Regione Toscana e dalla politica di maggiore attenzione al territorio, rispetto a poco rimpianti predecessori, dell'Assessore Marson. Nel frattempo però il dinamico personaggio si era posto alla guida della CISSE, la cooperativa sociale che conosceva una stagione di espansione di servizi erogati ed elementi occupati.
Poi il tonfo, la vicenda (inqualificabile se sarà comprovata) delle ultime ore che si è abbattuta come una mazzata sul PD locale, capace solo di emettere una laconica quanto imbarazzata nota di due righe, in cui si dava notizia della sospensione cautelare dal partito dell'ex-segretario tratto in arresto. Più articolata la posizione espressa dai soci e dai lavoratori della CISSE, un documento preoccupato, perché sono proprio loro, incolpevoli, a rischiare di pagare il conto di quella che si profila come una "piccola ma gravissima storia ignobile".
Facce lunghe anche alla Biscotteria, è chiaro che la disavventura giudiziaria che sta patendo un elemento a cui l'amministrazione comunale aveva dato tanto credito e spazio è un autentico schiaffone per la compagine amministrativa.
Di seguito il testo del report dei Carabinieri, la nota del pd ed il documento licenziato dalla assemblea della CISSE:
IL REPORT DEI CARABINIERI
Un’accusa pesante quella che ha portato all’arresto del presidente di una cooperativa sociale che si occupa, soprattutto, di gestione di servizi e manutenzione immobili per enti locali dell’isola d’Elba. I Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Portoferraio, raccogliendo la segnalazione di una dipendente, oramai stremata da una prassi che si sarebbe protratta da oltre due anni, nella giornata di ieri hanno colto in flagranza di reato l’uomo, subito dopo che questo aveva ricevuto dalla donna la somma di 300 euro in contanti, parte del suo ultimo stipendio. L’uomo, evidentemente approfittando della posizione dominante rispetto a quella della sua dipendente (ma i casi di lavoratori coinvolti sono almeno due) si faceva consegnare mensilmente, a stipendio incassato o a liquidazione avvenuta (trattandosi di contratto a termine), alcune somme di denaro, variabili fra i 200 ed i 1100 euro, stabilite di volta in volta, quale concretizzazione dell’accettazione di un trattamento economico inferiore a quello risultante dalle buste paga. Tali dazioni, inevitabilmente interpretate dalla donna come una contropartita per il mantenimento dell’impiego, venivano motivate dal datore di lavoro con un alquanto bizzarra gestione della contabilità che avrebbe, a suo dire, permesso alla dipendente di percepire un’indennità di disoccupazione maggiore. Di fatto, però, i Carabinieri hanno al momento accertato che del denaro contante consegnato al presidente nei mesi, non vi è assolutamente traccia nella contabilità della cooperativa. Gli uomini del Tenente Ezio Mazza hanno posto sotto sequestro parte degli uffici della cooperativa e hanno avviato tutti gli accertamenti volti a chiarire ogni aspetto della vicenda su una situazione delicata che coinvolge, anche indirettamente, lavoratori (peraltro in buona parte appartenenti a categorie protette) e soci, eseguendo audizioni e perquisizioni (anche presso l’abitazione elbana dell’indagato) e rinvenendo materiale utile ai fini delle indagini. L’uomo, nella giornata odierna, è stato trasferito presso il carcere “le sughere” di Livorno a disposizione dell’Autorità Giudiziaria labronica cui dovrà rispondere di un reato molto grave, con pene che possono raggiungere i dieci anni di reclusione.
Compagnia dei Carabinieri di Portoferraio
COMUNICATO DEL CIRCOLO PD DI PORTOFERRAIO
In merito alla vicenda relativa all'arresto di Raffaele Caricchio, Il Circolo di Portoferraio del PD ha ritenuto di sospenderlo da Partito fino alla definitiva chiusura del procedimento giudiziario in corso. Siamo fiduciosi nell'operato della Magistratura e ci auguriamo che venga fatta tempestiva e piena chiarezza sui fatti a lui contestati.
Il Circolo PD di Portoferraio
DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA DEI SOCI E DEI LAVORATORI CISSE
In relazione all’arresto da parte dei Carabinieri dell’Elba del Sig. Raffaele Caricchio, Presidente della cooperativa CISSE, al quale gli inquirenti hanno contestato l’aver commesso estorsione nei confronti di due lavoratori dipendenti della stessa cooperativa.
I SOCI ED I DIPENDENTI DELLA CISSE STESSA
- esprimendo piena fiducia nell’operato delle Forze dell’Ordine e della magistratura
- certi che la vicenda verrà chiarita sotto ogni aspetto e che verranno individuate le responsabilità che l’hanno determinata.
TENGONO A PRECISARE QUANTO SEGUE:
Nessun facente parte della cooperativa come dirigente, socio o dipendente (fatta eccezione per le persone denuncianti o colpite da provvedimento restrittivo) ha mai avuto contezza che si verificassero eventuali indebiti passaggi di somme di denaro a favore del Presidente;
La contabilità della CISSE è del tutto regolare ed inalterata
La vicenda (segnata da risvolti che se provati, risulterebbero quanto mai esecrabili) non ha minimamente inciso sulla operatività della struttura e sui servizi erogati alla cittadinanza ed alle diverse istituzioni.
Anche in periodo come questo di immaginabile drammatica sofferenza per chiunque faccia parte della CISSE, il lavoro continua quindi regolarmente.
Dopo che è stata deliberata la cautelare sospensione da tutte le cariche del Sig. Caricchioo, le supplenze delle attività dirigenziali vengono esercitate a norma di legge.
OVVIAMENTE LA COOPERATIVA
Laddove emergessero oggettive responsabilità nella vicenda tali costituire danni sostanziali e morali (oltre quelli di immagine già patiti) a suo detrimento, si riserva di promuovere le azioni di tutela legale che riterrà opportune, non escludendo costituzioni in giudizio.
I lavoratori della Cisse continuano a porsi nei confronti della comunità elbana con la disponibilità e la onestà di sempre.
Approvato dall’Assemblea dei Soci e dei Lavoratori CISSE