Tanto per condividere con i fortunati che non lo sanno come funziona la questione dei tamponi, racconto brevemente la mia vicenda, che immagino uguale a quella di tanti altri che, come me, hanno trascorso gli ultimi giorni in isolamento.
Tutto comincia il 26 dicembre scorso, quando mio figlio accusa i primi sintomi. Il 27 chiamiamo il medico di famiglia che gli prescrive il tampone molecolare e ci dà indicazioni su come prenotarlo. Ci fornisce l’indirizzo del portale dedicato alle prenotazioni della Regione Toscana e il tutto ci pare molto civile e trasparente.
Passiamo la giornata del 27 fino a tarda notte a cercare di prenotare, senza riuscirci. La mattina successiva stessa musica. Telefono nuovamente al medico per comunicargli che non siamo riusciti a prenotare e ci conferma quello che avevamo già capito e cioè che il tutto si ora qualche fortunato riesce a prenotare il tampone per la mattina successiva.
La notte tra il 28 e il 29 proviamo di nuovo. Nel frattempo la Regione ha inserito un meraviglioso sistema per mettersi in fila, anche questo molto civile e trasparente. A mezzanotte esatta abbiamo già migliaia di persone davanti. Risultato: Ospedale di Portoferraio disponibilità esaurita.
Il 29 mattina per la disperazione compongo un numero datomi da una mia amica i cui figli erano stati chiamati per tracciamento (all’epoca ancora esisteva questa possibilità di essere tracciati), faccio presente alla persona che mi risponde, gentilissima a dire il vero, la situazione in cui ci troviamo e lei riesce ad inserire mio figlio tra i candidati al tampone per la mattina stessa. Il risultato arriva nel primo pomeriggio del 30: positivo. Il giorno dopo, sempre bypassando l’impossibile ma civilissimo portale, riesco a fare anch’io il tampone con la gioia di aprire il 2022 da positiva, per quanto paucisintomatica.
Ma la vera impresa inizia adesso. Il 3 mattina il medico di famiglia ci invia la richiesta per il tampone di fine quarantena, da prenotare rigorosamente tramite il portale, perché ora non è più la Asl a fissare il tampone di fine quarantena e la gestione dei tamponi non è più direttamente dell’ospedale, ma affidata alla Misericordia che fa servizio nel parcheggio di S. Martino.
Ricomincia la sarabanda del gioco della prenotazione, solo che nel frattempo scopriamo che dal portale è ora possibile vedere le disponibilità a quindi prenotare per i tre giorni successivi. Mi sembra un’ottima cosa, ma scopro che in realtà così non è: le disponibilità per Portoferraio sono sempre esaurite per le date che ci interessano e vediamo quindi allontanarsi la possibilità di finire la nostra quarantena. Il portale della Regione, dopo averci comunicato che la disponibilità presso l'ospedale di Portoferraio (S. Martino) è esaurita, ci consiglia di selezionare un altro distretto. Peccato che noi non possiamo andare in un altro distretto, perché da positivi non possiamo (giustamente) prendere la nave. L'alternativa?
Cominciamo a guardarci intorno e scopriamo che, se non vogliamo tentare l’odiosa strada delle “conoscenze” (in Italia spesso risolutiva), possiamo tentare la sorte dell’antigenico presso le farmacie riconoscere le certificazioni rilasciate, oppure presso la Croce Verde. Il tutto a pagamento nonostante la prescrizione medica e nonostante non sia per sfizio personale che ci sottoponiamo al tampone, ma per tutela della comunità ai fini del ritorno a lavoro.
Ci sono, a dire il vero, anche altre possibilità, perché il business del tampone evidentemente ha attratto anche altre realtà orbitanti nel contesto della salute, ma pensare di pagare un tampone 30 euro ci pare davvero troppo.
Che dire? Ad oggi l’odissea non è finita, però ci consoliamo: dopo 21 giorni, positivi o no, “tamponati” o no, torneremo in circolazione!
Lettera Firmata