Inizia un anno nuovo e si parla ancora tanto di trasporti e di servizi della nostra isola. Vorrei spiegare una situazione che riguarda arrivi e partenze di una categoria di persone che sembra non esistere.
I miei due figli, che hanno residenza all’estero, pagano il biglietto pieno della nave o dell’aereo per venire all’Elba a trovare la famiglia. Vorrei essere corretta, se possibile, sulle informazioni che mi sono state fornite da varie compagnie di trasporti, nella speranza di sbagliarmi. Tuttavia, non mi risulta sia possibile avere sconti da residenti per loro perché non rientrano in nessuna delle categorie contemplate per le agevolazioni tariffarie.
I miei figli non hanno la residenza all’Elba; non sono nativi; non posseggono né una prima né una seconda casa all’Elba; non hanno residenza nemmeno a Piombino o a Campiglia. Hanno “solo” la loro famiglia all’Elba: arrivano, appena possono, solo e sempre per venire a trovare noi.
Partono ogni volta da lontane parti del mondo, dopo un viaggio di ore se non di giorni per tornare a quella che entrambi, tuttora, ormai non più bambini, continuano a chiamare “casa”. Forse si riferiscono al fortissimo legame che avevano con i nonni, o forse hanno bisogno di considerare l’Elba un punto fermo nella loro vita di espatriati per nascita. Prima alunni, poi studenti, poi giovani adulti all’estero, hanno sempre fatto una pausa prima di rispondere alla fatidica domanda: “Di dove sei? – Siamo dell’Elba”.
Per le nostre compagnie di navigazione non c’è risposta. Non rientrano in nessuna delle “caselle” previste.
Il loro ingresso sull’isola è poi ancora più mortificante, se si considera che sono relegati a ospiti paganti perfino della tassa di sbarco. La nostra Gestione Associata per la Promozione Turistica dei (sette) Comuni Elbani, che gestisce questa tassa, a quanto pare conta anche sulla loro categoria ibrida di visitatori.
Curioso però che i miei ragazzi siano “AIRE”, Associazione Italiani Residenti all’Estero, che non è un’associazione di una squadra di calcio o di bocce, ma significa essere registrati nell’Ufficio Anagrafe di Portoferraio insieme con il Consolato italiano dei paesi dove via via vivono.
Cecilia Pacini