Benchè l’Elba sia un’isola verde per qualche mano santa nelle sue viscere, soffre di sete atavica, e la Grande Siccità dei nostri giorni e le enormi perdite di acqua della sua rete idrica (si stimano superiori al 50%, record europeo) rischiano di metterla in ginocchio da un giorno all’altro, peraltro in condizioni peggiori dell’ultimo anno critico del 2017. Sono allo stremo le falde acquifere della Val di Cornia che la legano da decenni al continente tramite il cordone ombelicale di un malandato e decrepito acquedotto sottomarino.
L’Autorità idrica della Toscana ha proclamato lo stato di emergenza e ha mappato la situazione regionale segnalando l’Elba con il bollino rosso di massima allerta. Nonostante siano ancora in alto mare i progetti tanto attesi del dissalatore di Mola e di invasi, depositi o addirittura laghetti con la raccolta di acqua piovana, l’ASA, azienda servizi ambientali e gestore della rete idrica, è persuasa che si possa sfangarla ancora una volta contro il rischio di razionamento, purchè…purchè.. E qui casca l’asino. L’ASA, i 7 Comuni isolani si affidano al buon cuore dei consumatori con appelli, ordinanze e anche strigliate contro gli irresponsabili per spronarli a un consumo consapevole (quali riciclare l’acqua della cottura della pasta per lavare i piatti, meno docce per gli accaldati, pulirsi i denti con il contagocce).
Nel decalogo/imperativo antispreco Asa appare un po' sfrontato il sollecito a controllare e riparare le perdite di acqua dei rubinetti e degli impianti idraulici di casa, quando i suoi tecnici sono costretti a una affannosa corsa ai rattoppi in tubature colabrodo, vecchie e obsolete, e anche agli allacciamenti privati fatti con i piedi. Senza contare le rotture provocate dagli sbalzi di pressione causati dalla eccezionale sete dei 300mila turisti luglini e agostani.
L’ASA fa il possibile e l’impossibile per monitorare con il telecontrollo in tempi reali e regolare l’andamento dei flussi in un’isola con i paesi mare-monti e con la spina nel fianco delle perdite che si moltiplicano esponenzialmente d’estate, compromettendo la tempestività degli interventi.
Romano Bartoloni
Nella foto perdita d'acqua a Poggio, intervento ASA programmato da tempo ma ancora non realizzato