Riceviamo e pubblichiamo:
Per salvare l’immagine classica di isola baciata dal mare blu e non affondata nel mare dei rifiuti prodotti dalle masse dei suoi ospiti estivi mordi e fuggi, usa e getta ovunque, l’isola ne ha provato e ne prova di tutti i colori con risultati finora non risolutivi: dai cassonetti strabordanti con contorno di pattumiere stradali, dalla differenziata sperimentale con la mortificante raccolta notturna sacco in spalla, dalla gestione calendarizzata delle utenze domestiche la cui riuscita è inferiore alle attese, ai centri periferici di raccolta a orari strampalati, fino alle isole ecologiche fisse e alle ecomobili di nuova generazione. Anche se per ora in fase sperimentale e integrativa del sistema, ma che offrono finalmente prospettive interessanti per una revisione radicale della anacronistica raccolta dei rifiuti casa per casa inidonea in borghi marini e collinari dalla complessa morfologia territoriale.
Per la prima volta, un servizio pubblico isolano è stato ideato e progettato con un occhio sensibile non solo verso i residenti elettori, ma anche alle particolari esigenze del turista che, specie quando è in partenza non sa come e dove sbarazzarsi dei rifiuti, che a volte, con la complicità del locatore, finiscono in mezzo alla strada. L’ESA, elbana servizio ambientali, ha promosso le isole ecologiche all’insegna “La vacanza che fa la differenza”, purtroppo ancora sconosciute ai più perché non sufficientemente reclamizzati i suoi depliant. Una volta i traghetti erano l’anticamera informativa per il turismo in arrivo, oggi non circola in Internet nemmeno un App store della azienda.
Le isole ecologiche mandano in pensione i cassonetti offrendo un assetto tecnologico d’avanguardia. Alle postazioni si accede gratuitamente adoperando la tessera sanitaria/CNS cioè carta nazionale dei servizi, come fosse un bancomat. Il servizio funziona in un modo semplice e agevole con conferimento a seconda della natura del rifiuto. Si preme un pulsante, ci si identifica strisciando la tessera nella fessura posta sopra il pulsante, si apre lo sportello in questione e ci si libera dell’ingombro.
Le isole ecologiche sono distribuite nelle località strategiche del territorio. Marciana Marina in viale Aldo Moro 41 dietro il cimitero e una seconda in via del Toro 1, ex Comune. Literno nel colle di Procchio. Pomonte in via del Passatoio nell’area esterna alla palestra. Marina di Campo nella zona dell’area portuale. Lacona in via del Colle Reciso presso il parcheggio del circolo ricreativo. Capoliveri Strada Provinciale 31 presso il parcheggio del cimitero. Rio Marina Calata dei Voltoni all’ingresso dell’area portuale. Cavo lungomare Vespucci 62 presso il molo di imbarco. Portoferraio in viale Teseo Tesei 47 area di sosta e un secondo presidio presso il parcheggio viale Elba (e Residence).
Sorprendentemente zero postazioni a Marciana, il Comune capoluogo del grande comprensorio occidentale costellato di borghi marini e collinari, che ha lasciato il passo della modernità al più vitale e attivo sobborgo di Pomonte. Resta legato al suo macchinoso porta a porta notte/giorno che non riesce a frenare la dispersione selvaggia della mondezza.
Chi paga il prezzo più alto di questa miopia è il vicino Poggio, tornato ai fasti di un tempo con una ristorazione di buon livello ma con il tallone di Achille del come sbarazzarsi alla meglio dei rifiuti. Invece di ricorrere alle più agibili e igieniche isole ecologiche, si subiscono inerti le discariche all’aperto nella la strada provinciale alle Cataste e, addirittura per i residui dei ristoranti, dentro e fuori una baracca accanto ai parcheggi per disabili e davanti alla fermata dei bus di linea pubblica.
La palla al piede dell’ESA restano gli esosi costi del servizio perché il grosso dei rifiuti viene ancora trasportato in continente con autocarri via traghetti con spese rilevanti. Ne consegue che gli utenti siano supertassati con la TARI, sebbene quasi la metà dei contribuenti frequenti l’isola solo d’estate senza usufruire dello sconto del 30% previsto dalla legge.
Romano Bartoloni