Una delle principali mission delle Fiamme Gialle livornesi è tutelare il territorio labronico da potenziali pericolose infiltrazioni economico-criminali. In questo quadro estremamente delicato ed incerto quale quello attuale, delineato da riflessi scaturenti da una complessa congiuntura post-covid unita alla situazione di tensione internazionale ed all’impennata dei costi, su coordinamento del Comando Provinciale di Livorno tutti i reparti del Corpo presenti in provincia si stanno concentrando sull’obiettivo di prevenire e scongiurare che, in particolare, i bisogni di liquidità di famiglie ed imprese in difficoltà finanziarie possano accrescere, ad esempio, i fenomeni di usura, ovvero agevolino l’acquisizione diretta/indiretta delle aziende da parte delle organizzazioni criminali.
In questa ottica la Guardia di Finanza, attraverso l’attività di intelligence sul territorio e lo sfruttamento del patrimonio informativo messo a disposizione dalle banche dati, agisce seguendo ed analizzando le movimentazioni di denaro e gli investimenti patrimoniali, monitorando i possibili interessi economici ed imprenditoriali della criminalità comune ed organizzata, sia autoctona che straniera. Infatti tali consorterie, in astratto, tentano sempre di rivolgere la loro “attenzione” verso aree a vocazione imprenditoriale/industriale e turistica, agendo mediante prestanome e professionisti compiacenti che agevolino le infiltrazioni criminali nel tessuto imprenditoriale.
Il livello di attenzione Fiamme Gialle in provincia resta altissimo, con particolare riguardo a quelli elementi economico-societari che possono costituire un prodromo, una spia, un indizio di forme di accumulo di ricchezza illecita.
Silenziosa, ma penetrante e costante è l’attività di prevenzione: dall’inizio dell’anno oltre 130 le segnalazioni di operazioni sospette approfondite e 260 gli approfondimenti antimafia conclusi. In un caso, dallo sviluppo di SOS (Segnalazione di Operazione Sospetta) è stato individuato come un soggetto avesse realizzato un’attività di compravendita di veicoli usati, completamente “in nero”, con la contestazione di oltre 300.000,00 di ricavi non dichiarati. Nel corso di altra attività ispettiva, sempre scaturente da approfondimento di SOS, è invece emerso come il titolare di una società straniera “domiciliata” in Livorno (operante nel commercio di prodotti medicali), utilizzando identificativi fiscali stranieri abbia omesso di dichiarare oltre 800.000,00 euro.
Si sta peraltro avviando un percorso virtuoso al fine di mettere in “rete” una osmosi informativa con gli enti pubblici, le associazioni di categoria e gli amministratori locali, i quali tutti ben sanno che possono rivolgersi ai comandi del Corpo per segnalare situazioni sospette: è questo un sicuro “valore aggiunto” che permette di accorciare le distanze nella lotta alle infiltrazioni delinquenziali e nell’attività di prevenzione.
L’obiettivo dei reparti del Corpo è di individuare ed aggredire gli eventuali patrimoni di provenienza illecita, ricorrendo agli strumenti previsti dalla legislazione con riferimento ai soggetti connotati da pericolosità economico-finanziaria, vale a dire coloro che, per condotta/tenore di vita e per l’accertata commissione di reati, si ritengono vivere abitualmente con proventi di attività delittuose, comprese quelle di carattere societario, fallimentare e tributario.
In questo particolare periodo connotato ancora da problematiche socio-economiche legate al post-Covid ed alla difficile congiuntura economica ed internazionale, la Guardia di Finanza ha come principale obiettivo la tutela dell’economia legale e delle imprese sane ed operose, individuando e contrastando i fenomeni di illegalità economico-finanziaria maggiormente lesivi ed insidiosi, nonché proponendosi quale punto di riferimento a livello locale in ordine alle iniziative volte alla tutela del sistema economico.