Al centro trasfusionale dell’ospedale di Portoferraio è stata eseguita la prima donazione elbana di piastrine.
“Si tratta di un importante traguardo – spiega Michele Tararà, responsabile del servizio trasfusionale elbano – reso possibile dalla recente acquisizione di una nuova strumentazione che permette di separare contestualmente al plasma anche le piastrine, rimettendo in circolo la parte del sangue non raccolta, con l'importante risultato di ottenere con l'unica donazione i 2 preziosi emoderivati. Il primo donatore, e ci fa piacere sottolinearlo, è stato un agente della Polizia Penitenziaria in servizio nella casa di reclusione di Porto Azzurro con la quale da tempo abbiamo un rapporto di proficua collaborazione, ma confidiamo che il suo esempio sia presto seguito da molti altri dei nostri donatori. Una donazione di piastrine dura circa un’ora, tempo pressochè sovrapponibile a quello della durata della sola plasmaferesi”.
“Tengo a ringraziare la direzione aziendale, il dottor Fabrizio Niglio, direttore dell’Area di Medicina Trasfusionale dell’Azienda USL Toscana nord ovest e ovviamente tutto lo staff del dottor Tararà - dice Luigi Genghi, direttore del presidio ospedaliero di Portoferraio - per l’attenzione e le risorse dedicate al nostro ospedale e la nuova strumentazione che ci permetterà di puntare alla autosufficienza elbana anche per le piastrine per le quali, fino ad oggi, dipendevamo completamente da quanto donato in altri centri. Questo tipo di sacche sono molto importanti per i malati oncologici, soprattutto i pazienti leucemici per questo speriamo che l’adesione alla donazione di piastrine possa trovare un riscontro crescente”.
“Potenziare e rendere autonomi tutti i tredici trasfusionali dell'area Nordovest – ammette Fabrizio Niglio, direttore dell’Area di Medicina Trasfusionale dell’Azienda USL Toscana nord ovest - é stato, per me, un obbiettivo prioritario condiviso immediatamente dalla Direzione Aziendale grazie alla quale abbiamo potuto acquisire le nuovissime apparecchiature. Quello che stiamo realizzando é un progetto ambizioso visto che le macchine da Aferesi richiederanno un importante sforzo organizzativo e formativo che impegnerà medici, infermieri e tecnici ai quali va il mio più profondo ringraziamento per la passione, l'impegno e la professionalità dimostrata. Un ruolo importante lo avranno anche le associazioni di volontariato che avranno il compito di diffondere questa nuova cultura del dono nella popolazione”.
“L’attivazione di nuovi servizi e il rafforzamento di quelli già esistenti – dice il direttore generale dell’Azienda USL Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani – conferma la volontà espressa più riprese da parte della direzione di investire in tutti gli ospedali e in particolare su quelli in codizioni anche geografiche particolari come quello di Portoferraio. Ogni zona costituisce uno snodo fondamentale della rete assistenziale pensata per le esigenze sanitarie cittadini e merita la nostra attenzione oltre che un adeguato impegno di risorse economiche e professionali. Ma il vero ringraziamento va ai nostri professionisti che mettendo le loro a capacità a disposizione costituiscono la vera forza dell’Azienda e del sistema sanitario in generale”.
CHI PUO’ DONARE. Donatore può essere chiunque, uomo o donna, di età compresa tra i 18 e i 65 anni in condizioni di buona salute e con un peso superiore ai 50 chilogrammi. Tutti i lavoratori dipendenti hanno diritto alla giornata di riposo retribuita. Chi dona per la prima volta (aspirante donatore) può farlo esclusivamente dopo aver effettuato un colloquio preventivo con i medici ed esami di controllo pre-donazione. La cosiddetta “donazione differita” ha lo scopo di aumentare la sicurezza trasfusionale per i pazienti e tutelare la salute del cittadino.
Sul sito della Azienda USL Toscana nord ovest (www.uslnordovest.toscana.it) nella sezione “Come fare per” sono riportate le risposte alle domande più frequenti sull’argomento, indicazioni sul centro trasfusionale più vicino e come poter prenotare la propria donazione.
Nelle foto il direttore Genghi con il primario Tararà, le infermiere del Servizio Trasfusionale Roberta Orlandini, Patrizia Lottini, Sara Inchincoli e lo strumento per la raccolta plasmapiastrinoaferesi