Dall’inizio della stagione balneare, i medici dell’ospedale di Portoferraio hanno salvato, ogni giorno da guai peggiori, ustionati piagati da meduse con dosi massicce di cortisone. Superlavoro per un pronto soccorso già intasato in questo periodo da oltre 100 interventi quotidiani. Le moltissime ustioni meno gravi sono curate dalla guardia medica turistica, dalle farmacie e da volenterosi a volte con rimedi casarecci.
Una situazione che comporta responsabilità per quanti hanno il compito di garantire la sicurezza in mare, come capitaneria di porto e Comuni gestori dei litorali.
Grazie alle sovvenzioni (2milioni e 600mila euro) del progetto europeo Med-jelly-risk, cominciano ad installarsi anche in Italia barriere antimeduse. “Lunghe fra i 50 e i 100 metri le reti sono rimovibili e non hanno impatto sulla fauna marina”, assicura Stefano Piraino, coordinatore del progetto e docente di biologia all’Università del Salento. I promotori della campagna di bonifica hanno accertato che il Mediterraneo è invaso da enormi sciami di questi celenterati che stanno provocando danni al turismo e alla pesca, con costose ripercussioni sul sistema sanitario nazionale (milioni di euro di spesa). Sono stati calcolati,infatti, in due milioni i bagnanti scottati dalle meduse dei quali 150mila sono stati soccorsi in ospedale. Assieme alla Sardegna, Corsica e coste del Mar Ligure, l’arcipelago toscano risulta fra le aree maggiormente colpite dalla specie più urticante, la Pelagia noctiluca. A quanto pare, complice l’aumento della temperatura sono diventate un flagello non solo per i bagnanti, ma anche per i pescatori perché mangiano uova e larve di acciughe e tonni.
All’Elba il fenomeno è stato sottovalutato, o forse si è ignorato o finto di ignorare. Si ricava la sensazione che il timore di compromettere il discreto andamento della stagione abbia prevalso sul dovere di allertare i vacanzieri. Eppure il Sindaco di Portoferraio, Peria, non ha esitato a vietare i bagni per acque inquinate nella più celebre e frequentata spiaggia elbana delle Ghiaie. Il suo coraggioso e responsabile gesto non ha provocato alcun fuggi fuggi dall’isola. In attesa dell’inevitabile avvento delle barriere, basterebbe far esporre la bandiera rossa di pericolo almeno nei giorni più infestati dalle meduse. Non è credibile che i “ricordini” lasciati sulla pelle aiutino a promuovere in continente l’immagine dell’Elba.