Quello che traspare dalle parole di Sowo Famara è un sentimento di profonda amarezza: “Pensavamo di essere alleati, ora siamo umiliati” Chi ci parla da Milano è il Presidente della Unione dei Senegalesi all’Estero, trent’anni di soggiorno nel cosiddetto “Bel Paese”.
Famara non si capacita dell’annullamento di una cerimonia così sentita dalla sua comunità , e che è stata comunicato dal Sindaco di Campo nell'Elba Vanno Segnini, solo in mattinata, a Bay Diouf coordinatore della sua associazione.
“Dovevamo arrivare in 40 con un bus – ci dice – avevamo prenotato l’hotel e pagato i servizi, dovevano arrivare all’Elba in rappresentanza di tutte le comunità senegalesi in italia. La storia della battaglia di Campo dove sono morti (NDR per liberare l’Isola dalla vergogna nazista e fascista) centinaia e centinaia di nostri concittadini ce l’hanno raccontata i nostri padri e i nostri nonni. Noi venivamo in per pregare: cristiani, musulmani, animisti tutti insieme.
E Famara continua “.. nulla ci era stato detto delle violenze dopo lo sbarco e comunque non ci sembrava il momento per discutere delle ragioni o dei torti storici, venivamo in pace perché siamo gente di pace”
E’ fuor di dubbio comunque che la vicenda per come è maturata, e per come (ci pare) malissimo è stata gestita, viene vissuta in questo momento dalla comunità senegalese come un vero e proprio ingiustificabile affronto.
Quali saranno le reazioni è presto per dirlo, mentre scriviamo a Milano è in corso una riunione nella quale “gli indesiderati” africani decideranno il da farsi.
Il programma originario prevedeva una sosta a Firenze, per commemorare i due ambulanti senegalesi trucidati poco tempo fa da un pazzo (ma infarcito di ideologia nazista), e poi proseguire per l’Elba.
Su come il viaggio muterà, se indipendentemente dall’annullamento della manifestazione, la delegazioni degli immigrati vorrà comunque di visitare l’area cimiteriale elbana, che ospita i resti dei connazionali, sarà deciso entro mercoledì.