E’ di questi giorni la polemica tra l’Assessore Carlo Rizzoli e l’A. D. di Toremar Achille Onorato perché la Compagnia non avrebbe garantito la continuità territoriale, a causa di un ritardo provocato dal “mare non calmo”.
Le giustificazioni addotte (lasciamo perdere l’autoincensamento) dall’Amministratore potrebbero, per il caso in questione, essere plausibili ma non sono esaustive del problema.
Le cause dei disagi provocate dai ritardi, vanno ricercate nella poco attenta stesura degli orari che non tengono conto del fatto che la traversata non dura più un’ora, come erroneamente ancora indicato negli orari e nella pubblicità, ma 70/75 minuti.
Alla minore velocità dei traghetti va aggiunta la circostanza che madre natura non sempre garantisce una “piatta”, qualche volta può muovere le onde, imponendo “una manovra più lenta”. Se poi, nel periodo estivo, consideriamo anche l’elemento traffico le coincidenze sono una chimera, almeno che non si decida di partire con la nave antecedente, che naturalmente comporta una lunga attesa nella comoda ed accogliente stazione ferroviaria di Piombino.
Personalmente ritengo che la mancata continuità territoriale sia grave e limitativa anche quando per le avverse condizioni meteo-marine vengono soppresse delle corse.
Che per sacrosante ragioni di sicurezza si debbano sopprimere delle corse è cosa talmente ovvia che non ha pregio parlarne. Però una considerazione va fatta. Se non ricordo male al tempo della Navigazione Toscana e della Toremar pubblica, le soppressioni delle corse a causa del maltempo erano poche, anzi, pochissime. Ora invece ho la sensazione che basti uno spiffero più forte per fare saltare la corsa. Credo che sarebbe interessante una ricerca negli archivi della Capitaneria di Porto.