Nella relazione ambientale di 148 pagine presentata da Costa Crociere sulle operazioni di recupero della “Concordia” all’Isola del Giglio (come riporta oggi anche “Il Tirreno) c’è scritto che «L'integrità strutturale del relitto è minacciata». E che il relitto si sta progressivamente deformando (come peraltro era già evidente dopo il crollo della vetrata del salone) e che il rischio che la nave si inabissi è concreto. «Probabilmente entro un anno». Inoltre «Nell'ipotesi in cui il relitto dovesse scivolare, l'elevato numero di variabili di incerta definizione – scrive Costa Crociere - rende non esattamente prevedibile quali danni si avrebbero sul corpo della nave e quindi quali conseguenze in termini di rilascio di sostanze inquinanti».
La relazione conferma tutte le preoccupazioni espresse da Legambiente fin dai primi giorni dopo il naufragio sulla statabilità del relitto, infatti chiedemmo per primi un suo “ancoraggio" a terra per evitare ogni possibile scivolamento verso il fondale che degrada rapidamente a 70 e poi a 100 metri, ma anche le fratture presenti nei due speroni di roccia sui quali è posata la nave.
«Qualcuno non la racconta giusta – dice Umberto Mazzantini, responsabile isole minori di Legambiente – O avevano ragione Protezione Civile, Governo ed esperti che hanno assicurato la stabilità del relitto, che subisce spostamenti minimi e “fisiologici”, o ha ragione la Costa Crociere e quindi anche il progetto di recupero approvato recentemente, alla luce di quanto scrive nella sua allarmante relazione ambientale, presenta molti più rischi di quanto previsto e purtroppo, quindi, la probabilità di un ulteriore inquinamento e danneggiamento dei fondali non è affatto sventata».
Legambiente Arcipelago Toscano chiede che venga fatta immediata chiarezza su quanto contenuto nel rapporto della Costa Crociere e che il relitto della Concordia sia messo in sicurezza, procedendo ad una rimozione celere e con i minori rischi ambientali possibili, come ha ribadito il ministro dell’ambiente Corrado Clini.
ECCO IL COMUNICATO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE:
Costa Concordia, al via la rimozione con la massima attenzione per l’ambiente.
Corrado Clini: “Recepite tutte le indicazioni del Ministero”
Il recupero della Costa Concordia avverrà con la massima attenzione ai profili ambientali per tutelare l’ambiente dell’Isola del Giglio ed il suo mare.
La conferenza decisoria che ha dato il via libera al progetto della Costa Crociere per la rimozione della nave ha infatti recepito in pieno le indicazioni del Ministero dell’Ambiente su procedure e interventi da attuare nel corso delle operazioni a salvaguardia dell’ecosistema.
Il Ministero dell’Ambiente ha inoltre proposto l’Istituzione di un “Osservatorio Ambientale”, composto dalle direzioni del Ministero, dalla Commissione VIA e dall’Ispra, per seguire costantemente le operazioni di rimozione che partiranno a breve.
“Il progetto attraverso il quale l’Isola del Giglio sarà “liberata” dalla Concordia – afferma il Ministro Clini – configura una operazione mai tentata prima d’ora e che risponde alle esigenze condivise di spostamento in tempi brevi della nave dal litorale dell’isola, ma tutto avverrà con il pieno rispetto delle indicazioni a tutela dell’ambiente espresse dal Ministero. Il piano di rimozione è stato sottoposto a una serrata istruttoria della Commissione VIA che ha formulato una articolata serie di raccomandazioni che sono state pienamente recepite ed incardinate nel verbale della conferenza decisoria che ha approvato il progetto”.
Le “osservazioni, considerazioni e raccomandazioni” espresse dalla Commissione VIA riguardano:
- le procedure operative del piano,
- le componenti “rumore e vibrazioni” connesse alle operazioni,
- la gestione dei rifiuti e l’ambiente idrico
- la componente suolo e sottosuolo
- Vegetazione, fauna ed ecosistemi
- le analisi di rischio ambientale
- i piani di emergenza, bonifica e ripristino ambientale
- il piano di monitoraggio ambientale
“Resta inteso – conclude Clini – che, una volta messa in galleggiamento, la nave dovrà essere trainata, nelle massime condizioni di sicurezza, nel più vicino porto attrezzato, per ridurre al minimo i tempi e il tragitto del trasferimento con i connessi ulteriori rischi per il nostro mare”.
Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano