Erano stati arrestati in autostrada, su un camper, al casello di Genova-Bolzaneto, dopo un inseguimento e la successiva segnalazione dei Carabinieri della Compagnia di Portoferraio, che li avevano sorpresi in una sgradita “visita” all’Elba, conclusasi con una fuga e il conseguente abbandono dalla moto di grossa cilindrata utilizzata per mettere a segno due “colpi” in altrettanti appartamenti fra Marciana e Marciana Marina, approfittando della momentanea assenza dei dimoranti.
Due fratelli, F.R. e D.R, rispettivamente 47 e 33 anni, residenti entrambi a Savona, in carcere da quel momento, sono stati condannati a tre anni di reclusione.
Si erano impossessati di gioielli in oro, orologi e denaro contante per un valore totale di circa 4000 Euro ma, appena allontanatisi dal secondo appartamento, erano stati intercettati da una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Marciana Marina ed a bordo della potente due ruote avevano dato vita ad una rocambolesca fuga. Agevolati dall’agilità del mezzo usato i ladri, inseguiti per tutta l’isola, erano riusciti a far perdere, sul momento, le loro tracce. Sulla strada del Volterraio, infatti, avevano abbandonato la moto ed a piedi si erano diretti verso la loc. Schiopparello di Portoferraio. Qui, trovando un’autovettura aperta e con le chiavi al cruscotto, se ne erano impossessati e si erano diretti verso la zona portuale di Portoferraio ove lasciato il mezzo appena rubato erano riusciti ad imbarcarsi con la prima nave utile per lasciare l’Isola. I Carabinieri nel frattempo, recuperata la moto con targa contraffatta ed effettuate le prime rapidissime indagini, erano risaliti all’identità dei due rei e grazie alla localizzazione di un telefono avevano favorito la loro intercettazione, a bordo di un camper, in viaggio lungo l’autostrada A12 Genova – Savona in direzione di quest’ultima città.
A questo punto i Carabinieri di Portoferraio avevano richiesto l’ausilio dei colleghi di Genova e dopo pochi minuti i due fratelli erano stati fermati ed accompagnati presso gli uffici della Polstrada di Genova Sampierdarena, insieme ad un terzo complice che conduceva il camper. Sottoposti a perquisizione i tre erano stati trovati in possesso di una grossa somma di denaro contante, sequestrata insieme al mezzo utilizzato per la fuga. Dopo le formalità di rito i fratelli erano stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto e tradotti presso il carcere di Pisa, ove tuttora sono reclusi ed il loro complice era stato segnalato in stato di libertà.
Di recente l’epilogo: il Tribunale di Livorno li ha giudicati colpevoli dei reati loro ascritti (furto in abitazione continuato, pluriaggravato) condannandoli a tre anni di reclusione e 500 Euro di multa ciascuno, oltre alle spese processuali ed al pagamento individuale delle spese di custodia cautelare, riconoscendo loro l’attenuante dell’integrale risarcimento del danno alle vittime elbane, che hanno quindi visto restituirsi l’equivalente in denaro del maltolto.
L’Autorità Giudiziaria labronica ha infine ordinato la confisca della moto e la trasmissione degli atti alla Procura di Savona per procedere penalmente anche nei confronti di C.E., compagna di uno dei due ladri, per simulazione di reato, avendo quest’ultima denunciato, contestualmente all’abbandono della moto, il falso furto del medesimo mezzo.