Nella mattinata di lunedì 20 gennaio, a Porto Azzurro, il proprietario di un fondo commerciale di via D’Alarcon stava trasferendo dal suo locale, sfitto da tempo, alcuni oggetti assegnatigli a seguito di pignoramento eseguito nei confronti dei suoi ultimi affittuari, sfrattati anni addietro per morosità.
Durante queste operazioni di trasloco Francesco Biisecchi, 41enne, appartenente alla famiglia di quei negozianti a cui era stato tolto il locale, trovata la porta d’accesso aperta, si era arbitrariamente introdotto nel fondo, unitamente a due donne e lì trattenuto al chiaro fine di impedire lo spostamento di quelli che una volta erano i suoi beni, accampando sugli oggetti pignorati un preteso diritto, peraltro già negatogli dalla decisione del Giudice delle Esecuzioni mobiliari che ne aveva confermato, nel novembre 2013, la loro assegnazione al proprietario del locale, il quale vanta un credito nei suoi confronti ben più ampio del valore degli oggetti contesi.
La particolarissima situazione di stallo, data dalla ferma decisione di F.B. di non desistere dal suo intento e soprattutto dalla sua ferma volontà di permanere all’interno del locale, aveva richiesto l’intervento dei carabinieri che si erano trovati di fronte a una sorta di resistenza passiva e senz’altro non violenta messa in atto dall’ex negoziante, ma anche all’impossibilità da parte del proprietario del locale di fruire liberamente del suo fondo e dei beni assegnatigli.
Lunedì sera l’Arma aveva denunciato a piede libero i tre occupanti all’Autorità Giudiziaria labronica, che carte alla mano avrebbe potuto così decidere, di lì a poche ore, l’immediato destino di quei beni reclamati, ad apparente ingiusto titolo, da F.B..
Questi, nella tarda serata di lunedì, si era allontanato dal fondo commerciale occupato insieme alle due donne, lasciando pensare che visto l’intervento delle Autorità avrebbe pazientemente atteso la decisione di queste ultime. In realtà aveva pensato bene di dare un svolta ulteriormente negativa alla vicenda, prima sostituendo le serrature della saracinesca del negozio (su cui, varrà la pena insistere, non vanta alcun diritto) e nel pomeriggio di ieri (mercoledì 22 gennaio) aggravando la bizzarra quanto delittuosa iniziativa fino a determinare il proprio arresto.
Alle 18 circa di mercoledì 22 gennaio, infatti, F.B., si è recato nuovamente sul posto pensando forse di poter accedere agevolmente al fondo chiuso, usando le chiavi delle serrature da lui stesso sostituite; ha però trovato un’ulteriore chiusura (ovviamente) aggiunta dal proprietario del negozio a seguito degli eventi.
Nonostante l’ostacolo F.B. non ha desistito dall’intento e aiutato da altre due persone (tra le quali una delle donne che l’avevano accompagnato nell’occupazione di lunedì) ha compiuto effrazione sulla maniglia della saracinesca del fondo e si è introdotto nel suo ex negozio, col presumibile fine di mettere le mani sugli oggetti a suo tempo pignoratigli e ormai nella totale disponibilità del creditore.
L’intervento in flagranza dei carabinieri di Porto Azzurro ha interrotto ogni ulteriore proposito: trovato all’interno del fondo commerciale F.B. è stato arrestato per tentativo di furto aggravato e i due suoi complici denunciati a piede libero per il concorso nel citato reato.
Data la particolarità del caso ad F.B. sono stati concessi gli arresti domiciliari e già domani (venerdì 24 gennaio) l’indagato verrà tradotto a Livorno per l’udienza di convalida del suo arresto.