"Oggi io ed un altro san giovannino doc abbiamo ripulito la spiaggia di San Giovanni e la spiaggetta dietro il Mulino. Perchè l'amministrazione pulisce i nostri arenili solamente nei 3 mesi estivi? Per fare bella figura con i turisti? Cosi facendo però fa delle brutte figure con chi l'isola la vive tutto l'anno. Riprendiamoci la nostra isola ragazzi e facciamo valere i nostri diritti."
Così, Stefano Presti (che già in passato aveva segnalato il caso della roulotte di Buca di Bomba, prima abbandonata, poi bruciata, ed infine ripulita con un gruppo di amici come appare nel video pubblicato la settimana scorsa), ci ha comunicato che il 17 Marzo, con l'amico Davide Greco in un'oretta circa avevano effettuato il lavoro di pulizia in una sorta di emulazione rispetto al nuovo movimento degli Scoglio Attivi che due settimane fa si era riunito per pulire e ristrutturare il piccolo parco del Grigolo, l'altra estremità della rada di Portoferraio.
Da un po' di tempo, pare essersi propagato, all'isola d'Elba, un "virus" di buone pratiche, i cui sintomi si manifestano sulle persone che ne vengono contagiate, con una smania di dare risposte utili e concrete ad un territorio che sta soffrendo per trascuratezza e incuria.
È nata una nuova forma di "attivismo" che di fronte alle mancanze della pubblica amministrazione, in contrapposizione alle lamentele e ai mugugni di malcontento, si rimbocca le maniche e dice: "Guardate, è semplice, ci vuole poco. Dovreste farlo voi".
La diffusione di questo "agente patogeno" all'Elba iniziò in realtà a metà anni 80 con le pulizie di spiagge e sentieri nel versante occidentale organizzate dagli ambientalisti del "Riccio". il "seme" di Legambiente all'Elba le cui attività di volontariato anticiparono campagne planetarie come l'appello lanciato dall'Australia con l'appuntamento internazionale "Kleen up the World" (Puliamo il Mondo) a cui gli ecologisti elbani aderirono dando il via ad una serie di raduni di pulizia delle spiagge che da allora, unite alle "Operazioni Spiagge Pulite", hanno coinvolto migliaia di cittadini e di scuole, e che si ripeterà anche quest'anno dal 26 al 28 settembre sulle spiagge dell'Arcipelago Toscano e del mondo.
Ma, recentemente, a Portoferraio e sull'isola, abbiamo assistito ad altre azioni di gruppi di cittadini che mostrano analogie con i sintomi di questa "patologia" che colpisce soprattutto quella parte di società civile, critica e responsabile, cosciente del fatto che la mancata cura del bene pubblico è una perdita per tutti.
Penso ad esempio all'Associazione "Il tempo per riflettere" che oltre ad aver adottato il sentiero del promontorio dell'Enfola, apportandogli la necessaria manutenzione ordinaria, lo valorizza facendone un punto d'incontro per camminare, parlare di poesia o osservare le stelle, aggiungendo così valore a valore. Oppure la nuova Associazione IoMare nata con l'intenzione di tenere pulita la costa e di coinvolgere in questa importante pratica i Comuni, il Parco Nazionale e l'Esa.
Si rovescia la prospettiva, sono i cittadini che, con una rinnovata coscienza delle proprie responsabilità, stimolano le istituzioni, suggerendo di fare di più senza troppi giri di parole, semplicemente dimostrando che "è più facile a farsi che a dirsi".
Sembra quindi che concetti fino ad ora astratti come "democrazia partecipativa" o "dal basso", inizino a prendere forma spontaneamente attraverso persone che si riconoscono in un bisogno comune e scelgono come mezzo per esprimersi la via di comunicazione più persuasiva: dare il buon esempio.