Già nel giugno 2013, quando l’Amministrazione Comunale di Rio nell’Elba ci rispose che per il grosso sbancamento verticale proprio sotto il Paese (sul quale Legambiente aveva da subito espresso pesanti perplessità non appena nell’ottobre 2012 entrarono in funzione le ruspe) era tutto a posto e non c’erano rischi, dicemmo che la cosa non ci convinceva e che secondo noi c’erano anche problemi con il Regolamento Urbanistico dato che lo sbancamento di una intera collinetta e di un’enorme quantità di terra e rocce di scavo, ha sicuramente una pendenza ben oltre il 35% prevista come limite.
Dicemmo anche subito che quei lavori non solo avevano un grave impatto paesaggistico ed ambientale, che sembra essere stato completamente ignorato dagli Enti preposti, ma anche che l’enorme fronte di scavo «Arriva sotto le strade (con quella che porta ai campi sportivi che mostra addirittura segni di cedimento a valle) e le case di via Aldo Moro».
E’ proprio il tratto di strada che il Comune di Rio nell’Elba ha chiuso al traffico e nel quale le fessurazioni che avevamo denunciate 9 mesi fa si sono vistosamente ampliate ed allungate, con un cedimento sopra un cantiere nel quale i lavori sembrano sospesi da diverso tempo.
Non è bello dire “lo avevamo detto”, ma la cosa era così evidente che non potevamo che dirla ed ora non sorprende affatto che la strada abbia ceduto e che il cantiere sia in difficoltà.
Dopo il cedimento annunciato, speriamo che la messa in sicurezza della strada e dello sbancamento (fatta finora con mezzi che ci paiono di fortuna) non venga realizzata a carico dei contribuenti di Rio nell’Elba e che a pagarla sia chi, per realizzare una speculazione edilizia, ha sbancato e chi ha consentito un danno prevedibile.
Agli attuali amministratori di Rio nell’Elba ed ai candidati alle prossime elezioni comunali chiediamo un impegno immediato e pubblico in questo senso e per fermare non solo interventi impattanti e a rischio come questo, ma anche la metastasi cementizia che continua ad espandersi a Rio nell’Elba e che ha creato un bruttissimo nuovo Paese, spopolando e sfigurando quello bellissimo ed antico.