La vicenda che raccontiamo ai nostri lettori, accaduta nel pomeriggio di domenica 11 maggio, ha decisamente dei risvolti singolari, a partire dalla prima domanda rivolta all’operatrice del servizio 118, arrivata da un imbarcazione in navigazione nel canale tra Cavo e Piombino.
Sono le 18.38 quando dal natante si segnala alla sala operativa del 118 che a bordo c’è un sub evidentemente colpito da embolia gassosa, il battelo si trova per ammissione di chi lo dirige a venti minuti dalla costa, e chi lo guida chiede se è opportuno prendere terra a Piombino o a Baratti (!).
Ovviamente l’operatrice indica lo scalo piombinese come punto di sbarco e predispone l’attesa a banchina di un’autoambulanza che prende a bordo il protagonista della vicenda (un cinquantenne fiorentino) che dopo una breve sosta nel nosocomio piombinese viene spedito con un mezzo terrestre nel più vicino ospedale dotato di camera iperbarica e cioè a Grosseto.
Ma proprio mentre si reidrata il paziente e lo si prepara per il successivo trasferimento. all’ospedale di Piombino un medico apprende un particolare da far cadere le braccia, l’incidente sarebbe accaduto, presumibilmente dopo le 17 a Nisporto (!), cioè nel golfo di Portoferraio.
Come dire che chi assisteva il sub (non sappiamo si trattasse di un diving o di un gruppo "disorganizzato") in luogo di dirigersi a Portoferraio (dove al contrario che a Piombino funziona un’unità di medicina iperbarica) distante meno di due miglia e raggiungibile in pochi minuti, ha optato per andare in continente dove, nel migliore dei casi le specifiche terapie di cui il subacqueo necessitava sono iniziate ad essere somministrate ben dopo le ore 20, visto che l’autoambulanza è partita da Piombino alla volta dell’ospedale maremmano alle 19.45.
Se tutto quello che abbiamo scritto corrisponde alla realtà (ed abbiamo pochi dubbi in merito) ed atteso che il servizio del 118 ha risposto con la consueta rapidità c’è da chiedersi come è possibile che si sia determinato un tale ritardo.
(foto InfoElba)