Antonio Arrighi è sommelier professionista e viticoltore. La sua tenuta di Pian del Monte è una vigna che risale all'800, ereditata dal nonno Antonio e dal bisnonno Carlo, e si trova ai piedi del Monte della Croce.
La passione che da sempre mette nel suo lavoro, ha portato Antonio a sperimentare nuovi e vecchi metodi e, Sabato 7 Giugno, presso il Parco Archeologico della Villa Romana delle Grotte, alle ore 18, presenterà il suo vino Tre esse prodotto, come 2000 anni fa, che veniva lasciato fermentare in dolie di terracotta, che l'Arrighi fa appositamente produrre all'Impruneta.
“Dobbiamo puntare sul binomio storia-turismo -dice- e la nostra terra è ricca di tradizioni da riscoprire e far risaltare, abbiamo patrimoni sotto i nostri piedi e nel nostro ambiente unico al mondo”.
Visitando con lui la tenuta, si vedono gli ordinati filari che creano armoniose architetture abbellendo e tutelando il territorio. Saliscendi continui nei suoi 12 ettari nella periferia di Porto Azzurro, su dolci colline con la terra arata rosso bruna bagnata dal sole, elemento indispensabile per un buon raccolto. Un suolo ferruginoso e argilloso, quindi ideale per i vitigni, con 6 ettari coltivati ad Aleatico, Biancone, che non si trova più in nessuna altra parte dell'isola d'Elba, quindi Procanico rosa, Manzoni Bianco, il Viognier, Ansonica e altre tipologie, comprese le Tre Esse di Sangioveto, Syrah e Sagrantino.
Antonio Arrighi il suo impegno lo esprime ogni giorno, a partire dalle sue ricerche che produrranno un libro di memorie della viticoltura elbana e i suoi personaggi, fino ad arrivare al progetto di ampliamento delle coltivazioni che comprendono anche 300 olivi risalenti agli anni Trenta. Vuole recuperare e generare vigneti, grazie anche ai finanziamenti regionali, e sta cercando di espandere le coltivazioni per arrivare ad avere 8 ha. e per questo, essendo il terreno nel Parco, sta richiedendo l'autorizzazione a convertire terreno incolto in nuovi filari, dove per secoli gli elbani hanno coltivato la vite.
“Come si può vedere - ha detto portandoci direttamente sul posto- i terrazzamenti abbandonati sono spesso colpiti da frane.
La produzione è di elevata qualità, siamo sotto i due kg di uva per pianta da cui ricavo una bottiglia. Nei miei quasi 6 ettari, mi avvicino alle 30.000 bottiglie.
Per partecipare all'evento di sabato – prosegue - bisogna registrarsi chiamando il 320 0327355 entro venerdì, fino ad esaurimento posti.
Mostreremo, nel sito archeologico della villa romana de Le Grotte, le terrecotte che utilizzo nella mia cantina. Sarà presente il professor Franco Cambi, archeologo elbano che insegna all' Università di Siena, direttore degli scavi di San Giovanni nella proprietà Gasparri, che ci parlerà della ricerca sulla Cantina Romana, scoperta nel settembre 2012. Ci tengo a fare questo incontro nei pressi del sito archeologico, che sostengo insieme ad altri sponsor. Il vino è parte della nostra storia e quindi della cultura e c'è ancora molto da fare per far conoscere i nostri prodotti in Italia e all'estero”.
La terracotta garantisce una perfetta conservazione del vino, ed un eccezionale isolamento termico, esalta le caratteristiche varietali del vitigno utilizzato, il colore ha una diversa evoluzione e la microssigenazione, essenziale per “l’elevage” di un vino, è minore rispetto a ciò che avviene in un vino nelle barrique. Per altri tuffi nella storia di queste produzioni non c'è che da consultare il sito http://www.arrighivigneolivi.it/ o raggiungere Porto Azzurro e scoprire il mondo Arrighi con le vigne sulle colline che circondano la baia di Porto Azzurro a due passi dal mare.