Lunedi 4 e Mercoledi 6 Agosto: due giorni come tanti e due notti come tante per un veterinario che in questo periodo rischia di essere chiamato ad ogni ora per problemi più o meno gravi, emergenze o semplici visite. In queste due notti però si sono verificati degli episodi che ci riportano a situazioni già vissute in passato più volte e, a cui, ancora oggi, non abbiamo trovato una soluzione. I due gatti investiti (il 4 e 6 Agosto, uno a Portoferraio e uno a Lacona) durante la notte e lasciati sul ciglio della strada, trovati da turisti o da semplici passanti che, mossi a compassione per l’animale ferito, si sono fermati, è storia già vista. Fin qui niente di strano: il problema concreto è un altro e sta nel fatto che il veterinario che interviene sul malcapitato animale (ricordo che da mesi esiste un servizio di reperibilità veterinaria a pagamento che risponde al 392-3870467 attivo nella notte e nei festivi e gestito in maniera autonoma da tre liberi professionisti ), nell’ipotesi che non sia troppo tardi e possa realmente fare qualcosa, ha successivamente il problema di dove poter sistemare l’animale ferito. In questi casi il Veterinario si ritrova, quasi sempre nel cuore della notte, insieme alle persone che hanno chiamato perché hanno visto l’animale in difficoltà e gli agenti della Polizia o dei Carabinieri e nessuno è in grado di affrontare il problema, poiché una volta prestati i primi soccorsi, nessuno sa dove mettere il gatto o il cane ferito, spesso randagi e spesso senza microchip.
Non ci resta che lasciare il poveretto al suo destino, dopo esserci alzati a notte fonda, dopo una giornata di lavoro alle spalle e un’altra che sta per cominciare e dopo aver provato a fare qualcosa per quell’animale, rimetterlo in un angolo, magari lontano dalla strada, sperando che un’altra macchina non termini il lavoro della macchina precedente… Io credo che possiamo fare più di questo: in accordo con le Amministrazioni Comunali, allestire alcuni box di prima accoglienza dove sia possibile sistemare animali feriti o vittime di incidenti, anche solo per una notte, in attesa di capire se possano avere un padrone o vedere anche il giorno dopo come stanno, credo sia meglio che lasciarli sulla strada. Qualche mese fa avevo letto che erano in cantiere idee simili da parte dei Comuni elbani, ma forse erano solo promesse elettorali o fumo negli occhi per chi ancora spera in un canile comprensoriale, di certo il problema è strettamente connesso alla reperibilità e se risolto potrebbe dare un’ulteriore immagine positiva della nostra Isola. In questo modo risparmieremmo tempo e denaro e forse potremmo dare un segnale chiaro di civiltà e cultura animalista.
Servono fatti, non parole: confermo la mia disponibilità ad incontrare gli Enti preposti per trovare insieme una soluzione rapida ed efficace ad una situazione che si è già ripetuta troppe volte; approfitto per stimolare anche tutti coloro che in passato, elbani e non, non hanno risparmiato critiche, a volte giustificate, a volte meno, per un servizio di reperibilità veterinaria inefficiente e spesso lacunoso; anche in questa occasione dovrebbero dire la loro per dimostrare che un veterinario reperibile, se mancano le strutture di appoggio, non può fare tutto e non può da solo risolvere tutti i problemi, dal randagismo, alla lettura dei chip, fino al ricovero degli animali trovati per strada.
Più volte ho caldeggiato incontri con Associazioni animaliste e Amministrazioni Comunali per trovare una soluzione, ho scritto articoli a cui non ho avuto risposta: finora il problema è ancora da risolvere, ma è un problema che riguarda ognuno di noi e anche se non direttamente, riguarda senz’altro la nostra coscienza di esseri umani e di cittadini.
Michele Barsotti