Una rubrica come “Lo Scoglio Visto da Lontano” a volta sembra non avere senso, se uno non si cura dei modi di vita e di costumi esistenti negli altri paesi, oppure se uno pensa di viaggiare e andare in vacanza solo per una pausa di riposo dal lavoro o dallo studio, senza però mentalmente “staccare” col proprio paese e immedesimarsi in quello che ci ospita.
In visita a mio figlio all’estero, gli ho portato due riviste italiane, le sue preferite, Focus e Internazionale. Curiosamente entrambe sono dedicate ai viaggi, ognuna in uno stile proprio che le contraddistingue. Secondo Focus “viaggiare fa bene, ci rende felici e ci fa stare meglio con gli altri.” “Non sono i soldi a dare la felicità, ma la fuga dalle abitudini e il piacere della scoperta.” “Viaggiare non solo cura lo stress, ma migliora la memoria e crea persino dei nuovi neuroni”.
L’approccio di Internazionale è invece veramente tale, e trascina il lettore in un approfondito reportage e foto da tutto il mondo. Sembra di leggere la storia della nostra vita, la vita di una famiglia che ha fatto di tanti paesi del mondo la propria casa, in vari continenti, salvo, ultimamente, fermarsi un po’ di più all’Elba. A volte è quasi difficile raccontarlo. Può capitare che, di quattro persone che siamo, ognuno sia in un continente o in un paese diverso.
Ma come cambia una persona quando comincia a viaggiare? Focus scrive che “viaggiare è una forma di ricerca del sacro, una sorta di pellegrinaggio, di rispetto rituale per la società umana”.
Adesso che l’Elba è così piena di turisti, forse ci viene più difficile immedesimarci nello stereotipo del viaggiatore, tanto siamo occupati ad offrire, noi stessi, accoglienza e ospitalità. Proviamo a mettere invece a fuoco chi ci è venuto a trovare, e cerchiamo di immedesimarci, per capire se chi abbiamo di fronte è interessato a noi, a conoscerci meglio, se pur con occhi diversi, o è venuto semplicemente per godere del momento, divertirsi a tutti i costi, e scappare via, senza lasciarci niente in cambio, e senza condividere niente. Noi stiamo costruendo la nostra economia con questi turisti. Forse varrebbe la pena fare una pausa. Per costruire un futuro sano e forte, sarebbe bene offrire solo il meglio di noi stessi, senza forzature e senza cercare di indovinare chissà quali mai formule turistiche di successo.
Come analizza Focus, è la sorpresa che rende il viaggio piacevole, ma “un viaggio crea ricordi che durano una vita e un legame più intenso con familiari e amici che ci hanno accompagnato”. Io vorrei aggiungere questo: che crea legami anche con le persone che ci ospitano, che ci ricevono, e con le quali si instaura un nuovo rapporto di complicità e di accoglienza che si ricorderà per sempre.
Cecilia Pacini