(Il Monitore d’Etruria del 22 Agosto 1814)
PORTOFERRAIO (Dal nostro inviato) - Con la “ Cavalletta “ inglese, attraccata a Portoferraio il 2 agosto scorso, oltre alla Madame Mère (Vedi Il Monitore del 5 agosto) sono giunti alcuni esponenti della nobiltà britannica desiderosi di conoscere Napoleone. All’Elba sembra scoppiato il “ turismo napoleonico”. Sono decine e decine i personaggi italiani, francesi, inglesi e tedeschi che giungono nell’ Isola per vedere “ L’orso corso” o “ il Superuomo”, a seconda dei propri convincimenti. A Portoferraio ed a Porto Longone, si stanno frettolosamente allestendo ostelli e trattorie per i “ graditi ospiti”. Non mancano ufficiali e soldati reduci della Grande Armè che arrivano chiedendo di essere arruolati fra le truppe elbane. Sono inoltre segnalate spie, o personaggi ritenuti tali, fra i quali si vocifera di un misterioso “ mercante di olio” introdotto nella migliore società elbana ed in grado di raccogliere preziose notizie sui progetti dell’Imperatore da trasmettere alle potenze alleate ed in particolare alle autorità borboniche che occupano la vicina Corsica. Al riguardo è stato emanato un dispaccio con il quale Napoleone ordina al Comandante del Battaglione Franco di Marciana di “ mandare tutti i giorni uno dei suoi Ufficiali a perlustrare le coste disabitate di Pomonte e viciniori per accertarsi che non vi sia avvenuto alcuno sbarco”.
Bonaparte ,dopo avere festeggiato il 15 Agosto scorso, giorno dell’Assunta, il suo 45esimo compleanno, è salito alla Madonna del Monte, percorrendo la nuova strada carrozzabile che raggiunge Marciana. Sotto i secolari castagni che contornano il Santuario, alle pendici del Monte Giove, sono state allestite le tende che accolgono l ‘ imperatore e la sua scorta, stranamente formata solo da lancieri del Battaglione polacco. Il Generale Bertrand ed il Generale Drouot ( che sembra avere preso casa a Poggio) accompagnano l’Imperatore, che in questi luoghi trascorrerà qualche tempo per sfuggire alle calure agostane di Portoferraio ed ai non piacevoli olezzi che salgono dalle strade, dove alcuni barbari non si peritano di lasciare i propri lordumi . Non a caso l’ Imperatore ha emanato drastici ordini per migliorare l’igiene urbana della città di Cosimo, istituendo uno specifico servizio per la pulizia delle strade e per la raccolta dei rifiuti “ porta porta”,e imponendo fra l’altro ai proprietari di case di costruire idonei pozzi neri.
Anche la Madama Mère è salita il 21 Agosto a Marciana, trovando ostello nella casa del Maire Cerbone Vadi. Intanto si fanno sempre più insistenti le voci che dicono di un imminente arrivo di Maria Luisa d’ Austria e di Napoleone jr. di appena tre anni, figlioccio fra l’ altro del nostro amato sovrano S.M.R.I Ferdinando III . Comunque, fonti fiorentine bene informate , dicono che sia del tutto improbabile l’arrivo di Maria Luisa già insignita del Ducato di Parma. Inoltre appare alquanto intrigante, qui alla Madonna da dove scrivo, la massiccia presenza di lancieri polacchi, di cui è nota la fedeltà per l’ Imperatore e per la sua “ sposa polacca” Maria Walewska ed il piccolo Alexandre, nato quattro anni fa dalla loro unione.
L’ Imperatore conosce bene i territori del Monte Capanne e iI vostro cronista ha avuto l’opportunità di seguirlo, un paio di mesi fa, in una delle sue escursioni . Era appena giunta all’ Elba notizia della morte a Parigi il 29 maggio di Giuseppina Beauharnais, la compagna che lo aveva accompagnato nella sua folgorante carriera fino all’Impero, e l’ unica donna, si dice, assieme alla Madame Mère ascoltata da Napoleone. Il vostro cronista crede di fare cosa gradita ai suoi affezionati e distinti lettori di illustrare l’ escursione napoleonica nelle Terre del Granito. Partiti all’alba da Portoferraio ,siamo giunti a Procchio in un paio d’ore seguendo la strada carrozzabile , ancora in costruzione , voluta dall’Imperatore per congiungere la capitale dell’Isola con Marciana. Da Procchio presa la mulattiera che sovrasta la località di Marmi , sotto i resti di una fortezza d’ altura etrusca, siamo saliti agli antichi paesi di S. Ilario e di S.Piero, arroccati attorno alle loro Chiese-fortezza ,lasciando in basso le zone impaludate della marina, segnate dalla “ mal’aria” e dalla torre a guardia dei saraceni. A Marmi si aprono alcune cave di calcari compatti che assieme ai calcari di Ortano, Capo d’Arco , Valdana e S. Caterina di Rio sono parte di un piano di valorizzazione da parte di Napoleone, che intende aprire nella stessa Rio un laboratorio di scultori e marmisti. Da S. Ilario saliamo alla pisana torre di San Giovanni, che domina l’ampia baia di Campo e poi, facendo brevi soste nelle fresche selve in cui sono immersi , siamo giunti alla splendida Chiesa romanico-pisana di San Giovanni e al suggestivo romitorio di San Francesco. Sono zone che da alcuni anni richiamano mineralista di tutta Europa per gli splendidi cristalli di tormalina che possono essere cavati in alcuni filoni che tagliano il granito fra S. Ilario e S.Piero. Da questo paese, percorrendo antiche mulattiere di crinale, che dalla chiesetta romanica di Piane al Canale, prossima a di Pietra Murata, conduce agli antichi caprili delle Macinelle, al mulino di Moncione, alla “ Nave”sopra la baia di Cavoli , siamo giunti in Valle Buia. E’ un tratturo percorso dai pastori , segnato dai “Sassi Ritti”, resti di antichi monumenti megalitici , e dove ancora sono numerose le cave di granito e i resti di colonne e bacili cavati fino dai tempi augustei per gli edifici di Roma ( Pantheon), e poi durante il periodo pisano ( Duomo di Pisa) e il Rinascimento fiorentino ( Vasca del Nettuno a Boboli). Da Valle Buia siamo saliti a Le Mure – dove l’Imperatore ha raccolto un rocchetto di ceramica grossolana usato nei telai delle genti che abitarono questi luoghi agli albori della storia- proseguendo fino ai caprili della Grottaccia, lasciando a mare la baia impaludata di Barbatoia e la spiaggia di Fetovaia, dove le tartarughe spesso depositano le loro uova. Alla Grottaccia, seduti gustando un amabile latte di capra appena munto ,abbiamo potuto ammirare la vasta valle di Pomonte, incisa dal più importante corso d’acqua dell’Isola, l’ unico perenne. La Valle si apre nel grandioso spettacolo del “ Grande Mare Toscano”, circondato dagli antichi vulcani di Capraia, dai monti della Corsica che si allungano dalla Giraglia alla etrusca Aléria; dalla sottile linea di Pianosa dove, proprio 1800 anni fa, alla morte di Ottaviano Augusto venne assassinato pochi giorni dopo Agrippa Postumo, nipote e figlio adottivo dell’ Imperatore: il primo dei delitti e degli intrighi della Roma imperiale. Verso Mezzogiorno appare il grande scoglio granitico di Montecristo che custodisce ancora, nella Grotta del Santo e nelle rovine della sua Abbazia, la fede di S. Mamiliano e i misteri del suo tesoro. Lo sguardo si perde a sud nel gibboso profilo del Giglio che nasconde la piccola Giannutri . E’ un mare di splendide trasparenze in cui è facile assistere ai festosi tuffi di delfini , vedere lo spruzzo dei capodogli , imbattersi in una grande caretta caretta e, per i più fortunati, vedere i lunghi baffi di una foca monaca. Un mare volato da gabbiani reali e gabbiani corsi, berte e martin pescatori, e dove è frequente vedere un paio di marangoni dal lungo collo, che nuotano e pescano sotto la costa dove crescono i tamerici rosa e sbocciano le bianche stelle del giglio marino.
Le terre, oggi quasi disabitate di Pomonte e viciniori , hanno una storia che si perde nella Preistoria . E’ la terra dei cacciatori e raccoglitori del Paleolitico, dei primi “ cercatori” di metalli, dei mitici Ilvates e dei “ Costruttori di Torri” provenienti dalla Corsica e dalla Sardegna; e poi di greci e fenici, etruschi e romani; bizantini e pisani,… La vallata fu intensamente abitata e coltivata in periodo medioevale , tanto che il villaggio di Pedemontem, posto in alto , nel contrafforte fra la valle di Pomonte e quella di Chiessi, nel luogo oggi chiamato La Terra, era uno dei più importanti villaggi dell’ isola d’Elba. Vi era una piccola chiesa dedicata a S.Benedetto ed altre tre chiesette erano nei dintorni. Oggi restano suggestivi muri immersi nella macchia a S. Bartolomeo ( ai piedi dell’Oppido) ,a S. Biagio ( ai piedi del Colle di Tutti) e a S. Frediano, lungo il sentiero per Marciana . Poi nel Cinquecento il villaggio di Pedemontem venne distrutto dai corsari di Dragut, più o meno nello stesso raid in cui venne distrutta Pianosa. Gli abitanti dell’ “ incolae Pedemontis”, i Pomontinchi , aiutati da Marcianesi e S( Z) anpierresi, riuscirono a respingere i corsari , ma nulla poterono per le centinaia di prigionieri Pianosini che furono trascinati ad alimentare i mercati di schiavi e gli harem ottomani e barbareschi.
Dopo la distruzione di Pedemontem ,l’oblio avvolse la Valle e per secoli si ebbero solo stagionali frequentazioni delle zone più alte , costruendo rustici “ magazzini” al Colle di Tutti e al Poio di Pomonte, e al Capo di Chiessi , e da lì ,rapide discese fino alla costa per prelevare il sale. Nella scogliera a sud di Pomonte, superata la “ Grotta a rame”, forse nota già nella prima Età dei metalli , sono ben visibili piccoli bacini incisi nelle roccia usati come saline, come sembrano attestare alcuni documenti della fine del Cinquecento. Anche l’ Imperatore è voluto scendere alla costa. Lungo il fosso di Pomonte, ma in particolare alla sua foce, l’ Imperatore è stato attratto da grandi cumuli di scorie ferrifere ivi presenti. Sono i resti , ci dicono gli esperti, della metallurgia antica ( etrusca ,etrusco – romana e medievale) che utilizzava il minerale cavato nelle miniere di Rio , trasportato in questi luoghi proprio per la loro abbondanza di acqua e di legno forte. Lasciato quindi il territorio di Pomonte, abbiamo seguito la mulattiera che porta alla vicina valle di Chiessi, scavalcando la Punta della Testa sotto l’oppidum di S. Bartolomeo. Da qui siamo risaliti verso la chiesetta di S. Frediano e poi a Serra Ventosa , seguendo la mulattiera che porta alla Madonna del Monte, dove per l’Assunta, proprio il giorno in cui nacque Napoleone, le genti del Capanne si ritrovano in devozione . L’ antico Santuario è annunciato dall’ emblematico profilo granitico de L’ Aquila, quasi a significare un destino segnato da tempo. Il sentiero che percorriamo è pieno di paesaggi, di profumi, colori, storia e tradizioni. Le “lisce” ed i “ macei” sono coperti da tappeti di pane degli ottentotti e da pittaie di fichi d’india. Nelle foreste di lecci e nei castagneti, e nella macchia di corbezzoli, lentischi, olivastri, mortelle, ginepri, cisti, ginestre, scope…, fioriscono gigli, violacciocche e orchidee; si spandono i profumi della lavanda e dell’elicriso, e non è raro sentire lo sbattere della pernice e vedere il maestoso volo del falco. In basso le ripide scogliere, volate da gabbiani e colombi di ripa, che da Punta Nera portano allo scoglio di Ortano, che appare come un vero trono imperiale, e non a caso qualcuno ha già denominato “ Sedia di Napoleone”. Dopo Ortano , la Punta di Patresi e quindi le Formiche de La Zanca che annunciano la spiaggia e gli scogli di S. Andrea con i grandi cristalli di ortoclasio che spuntano dal granito. Dalla Madonna siamo scesi lungo la Via Crucis fino alla imponente Fortezza Pisana che domina Marciana, l’ antica capitale isolana degli Appiani. Il panorama è maestoso: Poggio arroccato attorno alla sua Chiesa – fortezza, l’ Enfola con la sua tonnara, la torre di guardia della Marina; nella foresta sotto di noi il Fosso dei Pizzenni scavalcato a Maciarello dal bellissimo “ Ponte Romano”; all’orizzonte Gorgona e il continente per miglia e miglia. Da Marciana percorrendo la Piana di S. Lorenzo, con la sua chiesa romanico-pisano, siamo arrivati alla Madonna del Buon Consiglio e da lì siamo tornati a Procchio. Non prima di avere ammirato il bello isolotto che lo precede e i bei marmi cipollini che formano la punta estrema del Golfo. Napoleone ha voluto ricordare il bagno che nelle acque dell’Isolotto ebbe a fare l’ amata sorella Paolina, durante la sua passata e fugace visita elbana, e a proposito dei marmi cipollini, o come Lui diceva, “ marbre oignon”, date la loro bellezza e le sue grosse ristrettezze economiche, ha espresso la volontà di commerciarli. Fino ad oggi, e per fortuna, dice il vostro cronista, cave non sono state aperte nella punta che ormai tutti chiamano “ Punta Agnone”.
Beta de Latorre
Aggiornamenti
I sentieri e le mulattiere percorse da Napoleone , si snodano entro il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Non è male ripetere che sarebbe ora, dopo due anni e otto mesi- giusto quando avvenne la tragedia della Costa Concordia-, e come impone la legge, che venga nominato il Consiglio Direttivo del Parco, così da restituire all’ Ente la sua autonomia ed il suo ruolo. Auspichiamo inoltre che gli stessi tempi “ geologici” non caratterizzino le azioni di ripristino ambientale al Giglio, nonchè l’ attivazione a Piombino delle innovative tecnologie di rottamazione e riciclo eco- siderurgico.
A S. Piero è aperto il Museo Mineralogico e Gemmologico Luigi Celleri ( MUM), che raccoglie splendidi campioni di minerali elbani. Nel Museo Civico Archeologico di Marciana sono esposti notevoli reperti dall’Età della Pietra al Medioevo e nel suggestivo ed intrigante ipogeo della Zecca degli Appiani, si scopre la monetazione del Principato di Piombin. Nella vicina Casa del Parco sono illustrati, con ricostruzioni , pannelli e interazioni , gli aspetti naturalistici e gli antichi lavori dell’Elba. Le coste e le valli di Pomonte e di Chiessi, cessate le incursioni barbaresche, sono state lentamente ripopolate dai primi decenni dell’ Ottocento. Ma fino ad una cinquantina di anni fa, i collegamenti terrestri con il resto dell’Isola erano ancora le mulattiere percorse dagli Ilvates e da Napoleone . Un grande disagio, ma anche uno splendido isolamento, che ha contribuito non poco, a fare di questi luoghi uno dei posti più magici dell’Elba dove un quieto e familiare turismo balneare ,si coniuga con le escursioni nelle valli, cariche di emozioni in tutte le stagioni . Dolci passeggiate per il viaggiatore leggero, ma anche percorsi che portano il trekker in alto, verso la cima del Capanne…e oltre, lungo quella GTE che in circa 160 km di sentieri di altura arriva a Cavo, in un percorso divenuto un classico dell’escursionismo internazionale.
Una cinquantina di anni fa, Silvano Campeggi ( Nano), è giunto a Pomonte. Ha dipinto i suoi scogli e le sue ghiaie.Il suo autoritratto è esposto nel Corridoio Vasariano degli Uffizi fra i grandi artisti contemporanei. Pochi giorni fa il Comune di Portoferraio, come già ebbe a fare quello di Marciana, lo ha insignito della cittadinanza onoraria. Lo ringraziamo per il disegno originale eseguito per queste Cronache.
B.T.