Domenica 22 luglio alle 21,30 a Marciana Marina sarà proiettato in Piazza della Chiesa il film documentario "Il volto della Medusa" della regista Donata Gallo. Nel film la vita del penitenziario di Porto Azzurro è raccontata dai dipendenti che lavorano nel carcere.Il Comune di Marciana Marina ha organizzato la proiezione e per l’occasione saranno presenti tra gli altri anche il produttore Carlo degli Esposti (conosciuto per le fortunatissime serie del Commissario Montalbano e di Gente di Mare) e Donata Gallo, una regista vicentina, che da tempo si è trasferita a Roma ma che trascorre le sue vacanze all'Isola d'Elba da diversi anni. Il Film è stato presentato a novembre 2011 in anteprima nazionale al Festival Internazionale del Cinema di Roma nella sezione Off-Doc documentari indipendenti e di ricerca. Lo scorso 25 maggio è stato proiettato per la prima volta all’Isola d’Elba al Centro De Laugier di Portoferraio grazie all’Assessorato alla Cultura del Comune di Portoferraio.
Il Volto della Medusa è il racconto di una giornata tipo, dall’alba al tramonto, fino a quando le celle si chiudono. Per la prima volta, attraverso lo sguardo dei dipendenti del carcere si accede alla vita quotidiana di chi nel penitenziario ci vive lavorando.
La cinepresa racconta la vita del carcere senza filtri, senza finzioni, riprende quello che succede realmente, non ci sono attori, solo detenuti e agenti educatori, funzionari che vivono e soffrono una realtà difficile non solo per chi sta dietro le sbarre ma anche per chi le deve tenere chiuse. I ruoli sono diversi ma il clima è lo stesso per entrambi, la differenza e solo il grado di libertà.
Il tema delle condizione carceraria è di grande attualità e la cronaca di tutti i giorni ci racconta di grande sovraffollamento, atti di autolesionismo, di rivolte, di condizioni al limite dell'umanità con cui non sempre ci sentiamo coinvolti, situazioni che non ci toccano, anche perché non le vediamo, l'ambiente carcerario è chiuso anche alle nostre menti e la mente non si apre per comprendere. Dall'altra parte il ruolo difficile degli agenti, dei formatori e dei responsabili delle case di reclusione costretti a stare in equilibrio tra le regole rigide del regime penitenziario, le grandissime difficoltà economiche, il sovraffollamento carcerario, in alcune strutture a livelli inverosimili, il continuo gioco tra premio e punizione per tenere a bada le spinte rivendicative quotidiane che diventato vitali per chi è privato di tutto e i ricatti autolesionisti disperati di chi ha fame di libertà fino a farsi del male.