Il posto è selvaggio ed aspro, la fortezza si erge aggrappata sulla sommità di una vetta rocciosa in posizione inespugnabile. Dimostra tutta la sua veneranda età , ne sono rimaste solo le mura principali ed i bastioni. L'interno, pur mantenendo intatto il suo fascino, è in stato di degrado terminale, e porta purtroppo anche i segni dell'inciviltà di alcuni dei visitatori evidenziata da immondizia accumulata nei suoi anfratti. Recentemente c'è stato un crollo vistoso di parte della torre, uno spigolo laterale è franato all'interno e sono evidenti grosse crepe che preludono ad un prossimo suo collasso totale .
Non vi è niente di particolarmente strano nel fatto che un forte del 1200, dopo 8 secoli di esposizione agli eventi atmosferici e senza aver avuto mai alcun tipo di manutenzione, sia in procinto di "barare" come diciamo noi elbani. E' evidente che qualsiasi intervento in quella posizione sarebbe difficile e di costo proibitivo; se pur con rammarico ciò porta a ritenere che sia destinato a soccombere in tempi ravvicinati.
Ciò che invece è totalmente censurabile oltre che incomprensibile è (ancora una volta) il comportamento del Parco in questa faccenda.
Il Volterraio e l'annessa vetta rocciosa sul quale si erge era di proprietà di un privato che ne aveva quindi la completa responsabilità. Il Parco (presidenza Tanelli), con leggerezza inaudita, decise di procedere al suo acquisto con il fine di salvarlo dalla futura rovina nella la speranza (ma non certezza) di trovare successivamente i fondi per un suo recupero. L'acquisizione del Volterraio poteva avere ragionevolmente solo uno scopo: la sua salvaguardia ponendo in essere un restauro per un riuso turistico da effettuare o in gestione diretta del Parco (impensabile..) o tramite il suo affidamento con convenzione ad un privato (se si fosse trovato...); ma in ogni caso il suo futuro doveva essere programmato con certezza "prima" di procedere all'acquisizione. L'esito finale è sotto gli occhi di tutti: il Parco ha sborsato all'epoca circa 600.000 euro di soldi pubblici ed il Volterraio crolla.
Al di là delle roboanti dichiarazioni e delle buone intenzioni , i meri fatti ci dicono che il PNAT ha sprecato tanti nostri soldi pubblici sollevando un privato dagli oneri derivanti dal possesso della fortezza. Adesso che sta franando non più un anonimo privato, bensì il Parco stesso con la sua inerzia (anche burocratica) partecipa alla distruzione del patrimonio storico dell'Elba. E 'proprio l'opposto di ciò che prevede la sua stessa "mission" statutaria.
Il successivo presidente Tozzi non ha mosso foglia. Da elbani innamorati dell'isola e dei suoi grandi tesori, vorremmo conoscere quale siano i progetti del nuovo Presidente Sammuri nei confronti di questo bene di cui si ritrova, sottolineo senza sua colpa, proprietario. Forse sarebbe meglio "rivendere la patacca", ma dove lo trova un compratore?
Una sua risposta pubblica sarebbe un buon segnale di ricerca di dialogo verso gli elbani, restiamo perciò in fiduciosa - ma labile - speranza di leggerlo presto su queste pagine.
Alberto Nannoni