Calmati i clamori della Festa dell'Uva, campionato di creatività, socialità e cultura capoliverese, ecco le riflessioni dei cinque giurati che hanno determinato la vittoria, dopo 20 anni, del rione Torre con 190 voti, a seguire Fortezza 176, Baluardo 167, Fosso 152.
L'evento trasforma la vita di paese in momenti importanti del passato, con scenografie e personaggi in costume, realizzati magistralmente dagli animatori dei 4 borghi in sfida. Ed emergono due proposte: creare premi specifici oltre il trofeo Bacco che va alla migliore rappresentazione e attuare uno spazio collaterale sui vini Doc elbani.
I giurati, persone note e di qualità, hanno esaltato, nei loro commenti, l'appuntamento che esprime grande unità e solidarietà tra la gente ed anche promozione turistica per il paese e l'isola d'Elba.
Alberto Di Chiara, noto campione di calcio della nazionale e della serie A, con Fiorentina, Parma ha detto: “Da giurato ho potuto toccare con mano la passione che hanno i contradaioli, sono degli artisti di strada, bravissimi e ci sono tra loro veri registi che studiano al meglio l'epoca da rappresentare. In pratica è una lezione di storia e con l'evento si esaltano i valori della comunità”.
Gli ha fatto eco Alessandro Bonan, noto giornalista sportivo di Sky e Rete 8: "Un modo anche di formare i giovani e fare cultura per l'Elba e Toscana. Mi ha colpito l'accuratezza con cui i rionali hanno scelto i temi storici. La vita dura della guerra del 1943 del Fosso, il primo voto delle donne il Baluardo nel 1946, le vicende della Torre col rivivere il passaggio dalla vita agricola a quella del turismo nel 59 e la Fortezza che è andata indietro di 100 anni. Ho dato lo stesso voto a questi ultimi due rioni, ma sono stati tutti molto bravi. Sarebbe necessario, oltre la vittoria generale, assegnare singoli premi alla migliore cantina, alla sfilata in piazza, alla scenografia perché queste persone fanno un lavoro notevole, da riconoscere adeguatamente”.
Poi Piermario Meletti Cavallari enologo del Groattamacco, impegnato alle Ripalte. "Le cantine viste posso metterle alla pari come fedeltà nel riproporre l'epoca scelta, e visto che si tratta di una festa nella quale la vendemmia ha un bel ruolo, un evento che dà lustro a tutta l'isola, perché non realizzare, al sabato, un incontro in piazza con le aziende agricole dell'Elba. Il vino isolano Doc va fatto conoscere”.
Non meno entusiasta Ferdinando Giusti medico all'ospedale di Pisa. “Una sorpresa piacevole entrare nei rioni e ritrovarsi in un'altra epoca, molto divertente. Tutti hanno dato spettacolo da artisti, ma in giuria in pochi minuti ci siamo scoperti unanimi sul dare la vittoria alla Torre per la qualità delle ricostruzioni nel riprodurre il 1959, anche la Fortezza ha fatto un bel lavoro, come anche gli altri”.
Concetti simili per Francesco D'Anselmo direttore della casa di reclusione porto azzurrina. “Sì la giuria ha avuto sintonia su tutto e in 20 minuti abbiamo svolto il compito. Molto bello lo spirito di quartiere che ci hanno fatto vivere i rioni, il senso di appartenenza e di comunità della gente. Fa onore a Capoliveri. Una manifestazione di vera qualità gestita bene dalla Pro Loco”.
E il team di Walter Corbelli, presidente della pro loco e della giuria, ha introdotto novità e ha cercato anche di fare perequazione tra le forze in campo nella Festa dell'Uva, un po' sbilanciate tra i contendenti, sollecitando persone, prima della festa, ad entrare come figuranti dei vari borghi in gioco. “30 persone hanno aderito -dice-e le abbiamo distribuite per dare qualche forza in più a chi ne aveva meno. Una edizione di successo il 2016 e sicuramente ogni anno miglioriamo”. E l'azione di distribuzione delle forze in campo pare necessaria osservando certi dati.
Nella riunione di presentazione della giuria i capi rione avevano messo in luce, rispondendo alle domande di Bonan, la composizione di chi in un modo o nell'altro entra in gioco nei vari rioni. In testa è il Baluardo, che dispone di 230 animatori partecipanti ed ha 9 vittorie del trofeo Bacco, poi la Fortezza con circa 150 contradaioli con 6 successi, quindi il Fosso ha 80 aderenti e 3 trofei. Fanalino di coda la Torre, forte di 60 figuranti con 2 vittorie. Sui risultati della sfida pare pesare anche il numero dei partecipanti quindi, oltre la creatività che fa realizzare la trasformazione del borgo. E' vero anche che dopo venti anni di gare le differenze di regia e di bravura si sono assottigliate. E proseguendo l'analisi dei dati statistici pare contare pure il maggior spazio a disposizione per rappresentare l'ambientazione storica da realizzare nei 4 rioni e anche in tal caso la classifica dei metri quadri più o meno rispecchia la precedente. E Bonan aveva chiesto ai capi rione l'aspetto economico, scoprendo che il Comune dà 2500 euro a rione e ognuno può trovare altri sponsor ed ha introiti dalle vendite di prodotti preparati dai volontari per la festa.
Tirando le somme l'appuntamento è notevole e unico in Italia e perequazioni e correttivi possono arrivare per veder lottare ad “armi” pari i rioni. Ma come dice ogni anno, Michelangelo Venturini, ideatore dell'evento. “E' Capoliveri che vince più che un singolo rione”. Brillante infine l'idea di Roberto Ridi, noto fotografo, tesa a far rivivere per tutto l'anno la Festa dell'Uva, che sparisce dopo la domenica dell'evento. “Tappezziamo di foto i rioni di Capoliveri, che magistralmente hanno trasformato la realtà attuale, tutti, turisti compresi, potrebbero gustare le migliori scene della manifestazione fino alla successiva edizione”.
Stefano Bramanti