In occasione del corso di formazione previsto dal piano di miglioramento della scuola, i docenti dell’ITCG Cerboni hanno avuto modo di confrontarsi sulle “Nuove didattiche e il Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNDS)”.
Nell’era della comunicazione digitale è necessario interrogarsi per capire quale sia il ruolo della scuola nel processo di educazione dei giovani e in che modo porsi di fronte al sapere via web.
La riflessione è stata accuratamente stimolata dall’intervento del Prof. Mannucci dell’Università di Firenze che ha portato i docenti a valutare le nuove metodologie didattiche che stanno prendendo piede anche in Italia e a ragionare su quanto indicato dal PSND.
Questo documento, presentato il 27 ottobre 2015 dall’allora ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, punta ad introdurre le nuove tecnologie nelle scuole, ma anche a diffondere l’idea dell’apprendimento permanente e a far emergere il concetto di scuola come spazio di apprendimento virtuale oltre che luogo fisico.
I primi destinatari di questo decreto ministeriale sono gli insegnanti che possono essere gli artefici del cambiamento tentando di capire come i nuovi trend didattici possano integrarsi nella loro prassi quotidiana.
Ad essere particolarmente rivoluzionari si potrebbe sperimentare e fare propria la filosofia della Flipped classroom che capovolge l’idea dell’insegnamento/apprendimento proponendo una didattica che non parte dall’esposizione dei contenuti, ma indica agli studenti dei “problemi da risolvere” e favorisce l’uso delle nuove tecnologie in classe. Oppure ci si potrebbe cimentare nella narrazione affidata agli strumenti digitali (Digital Story Telling), come le apps, e realizzare un racconto con molteplici elementi di vario formato (immagini, video, testi, mappe, ecc.) che, grazie al fascino che suscitano tra i giovani e alla ricchezza e varietà di stimoli che presentano, possono essere un ottimo punto di partenza per il rafforzamento della motivazione e dell’impegno.
Ancora si possono nominare la Stampa 3D, il BYOD (Bring Your Own Device) che permette l’utilizzo dei dispositivi elettronici personali durante e per le attività didattiche, il Fab Lab e gli atelier creativi, spazi innovativi intesi a sviluppare pratiche didattiche avanzate e che siano in sinergia con le imprese e le politiche locali per il lavoro. Insomma il mondo digitale propone degli strumenti accattivanti e chiede di entrare dentro la scuola per poter essere utile all’istruzione dei giovani di oggi che già conoscono tali tecnologie e potrebbero, in questo modo, sentirsi più partecipi del loro apprendimento e raggiungere meglio i nuovi obiettivi di insegnamento, le cosiddette “competenze europee” che richiedono tra le altre cose la capacità di auto-apprendere e cercare in autonomia le opportunità di istruzione così come la capacità di saper reperire, valutare, produrre e scambiare informazioni sul web.
Agli insegnanti è dunque affidato il compito di guidare gli alunni alla scoperta e all’uso consapevole delle tecnologie in classe con la speranza che i nostri alunni possano confutare quanto affermato dal poeta e drammaturgo tedesco Bertolt Brecht: “Durante i miei nove anni alle scuole superiori non sono riuscito ad insegnare niente ai miei professori”.
Manuela Mereu docente di Tedesco presso l'ITCG Cerboni