Che delusione questa campagna elettorale, neanche il telecomando da quell’attrattiva che speravi, tutti originati con lo stesso clichè al punto che il “gobbo” diventa superfluo poiché il copione è identico per tutti eccetto qualcuno che fa incetta di titoli accademici, di pettinamenti di bambole, di giornate passate a imbucare lettere tratte dal sito “pensieri e promesse” di masticare delicatamente i “Bocconi”. Oltre a criticarsi a vicenda, vogliono rendere a turno quello che l’avversario ha tolto promettendo occupazione, equità, bastonate per chi evade e controllo della spesa pubblica. CHE BELLE PAROLE…….dopo aver predicato rigore e fiscalità migrano tutti appassionatamente verso un altro salotto televisivo a bordo di una scintillante auto blu rigorosamente straniera e di grossa cilindrata.
Abbiamo sentito spesso promettere crescita, rinascita e occupazione, ma come si fa a rinascere se non si ha la più pallida idea dove occupare la gente e quale lavoro far concepire. E’ dal 1960 che si fanno scelte sbagliate che ora paghiamo a caro prezzo. Con lo slogan che dovevamo industrializzarci, si sono distrutte intere economie e avvelenato molte Regioni non adatte al processo industriale localizzato vedi, Taranto, Termini Imerese, Pomigliano d’Arco, Gioia Tauro, ecc. quando in quelle zone si doveva investire massicciamente sul turismo e sulle attività collegate a quel tipo di industria.
Senza risorse e materie prime il nostro Paese con settemila chilometri di coste doveva e deve puntare sull’industria del turismo qualificato in maniera seria, organizzato e consorziato per attrarre investimenti e per riaprire le porte del turismo vasto. Questo è il nostro futuro e se saremo guidati con serietà, trasparenza e umiltà, si svilupperanno enormi possibilità di lavoro rispettando e rivalutando nel frattempo, uno dei paesi più belli e invidiati al mondo.
I politici nostrali anche se litigiosi e con pochi argomenti, se escludiamo la sanità, sono veraci e forse anche politicamente coerenti alle idee espresse, ma come accade in queste occasioni, peccano di continentismo portando sull’Isola politici nazionali che si trascinano annoiati e distratti (a volte anche superbe) che intrattengono il probabile elettore con risposte di rito e di circostanza perché sicuri già di essere eletti poiché non esiste la possibilità della preferenza.
Anche nella prossima legislatura l’isola non potrà contare su un proprio rappresentante nei palazzi alti. Così come non è stata rappresentata al BIT (salone internazionale del tutismo) introducendo, però, la tassa d’imbarco.
Francesco Semeraro