Oggi, venerdì 15 febbraio, ennesima puntata della vicenda legata all'artista capoliverese Giorgio Faggioni, autore della statua “L'intrepido cavatore”, impegnato da oltre due anni a far collocare la sua opera nell'isola. Incontrerà, negli uffici dell'Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (Inail) di Portoferraio, i dirigenti delle sedi di Livorno e di Grosseto, Carmine Cervo e Rossella Poggetti.
Sono forse gli unici ad aver accolto l'ultima iniziativa dell'88 enne scultore, che vuole aggiungere, ai piedi della sua statua, una grande placca dove siano incisi i nomi dei cavatori deceduti nel lavoro delle miniere, in un certo arco temporale.
“Il monumento – spiega Faggioni- forse sarà posto, in aprile, dalla Maggyart, che l'ha acquistata, nei pressi della miniera-museo di Punta Calamita”.
Quindi si avvicina piano piano, probabilmente l'ultima puntata dell'avventura di questa statua di bronzo, alta 1 metro e 80, raffigurante un cavatore nell'atto di colpire la dura roccia elbana, con un potente mazzuolo, opera che l'autore ha realizzato in Australia dove ha vissuto dal 1949.
“Il mio monumento - fa notare - è simbolo della storia millenaria dell'isola e più in generale di ogni parte del mondo dove ci sono miniere o cave. Ricordare anche i caduti durante tale lavoro è doveroso. Mi sono rivolto a tutti sull'isola ma non ho avuto molte risposte”.
Ma l'Inail, a cui lo scultore si è rivolto recandosi a Piombino, ha accolto tale richiesta.
“Si- ci ha detto il dr. Cervo della direzione livornese – ci incontriamo venerdì con l'artista. Ha davvero una grande forza di volontà, nonostante l'età. Ha sentimenti profondi che ha espresso nella sua bella statua e giustamente vuole ricordare chi ha perso la vita durante quel lavoro. Non è facile la ricerca, ma insieme alla collega Poggetti e agli altri collaboratori, cercheremo di trovare le migliori soluzioni. Stiamo consultando i nostri archivi, quelli del museo minerario e forse sentiremo anche i comuni isolani e i cimiteri dell'isola. Chissà, potrebbero avere nei loro registri, tracce di quelle persone sfortunate. Ci stiamo rivolgendo anche alla nostra sede nazionale di Roma. Un lavoro delicato, perché dobbiamo riuscire a ricostruire un elenco che sia il più completo possibile, non escludendo nessuno”.
E dopo aver trovato i caduti nel lavoro in miniera, ci sarà da coinvolgere anche i familiari, gli eredi; quindi una missione notevole. Ma il motore targato “Faggioni” non si ferma mai e prima poi , grazie all'aiuto dell'Inail, sarà raggiunta anche questa meta.
Oggi, venerdì 15 febbraio, ennesima puntata della vicenda legata all'artista capoliverese Giorgio Faggioni, autore della statua “L'intrepido cavatore”, impegnato da oltre due anni a far collocare la sua opera nell'isola. Incontrerà, negli uffici dell'Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (Inail) di Portoferraio, i dirigenti delle sedi di Livorno e di Grosseto, Carmine Cervo e Rossella Poggetti. Sono forse gli unici ad aver accolto l'ultima iniziativa dell'88 enne scultore, che vuole aggiungere, ai piedi della sua statua, una grande placca dove siano incisi i nomi dei cavatori deceduti nel lavoro delle miniere, in un certo arco temporale.
“Il monumento – spiega Faggioni- forse sarà posto, in aprile, dalla Maggyart, che l'ha acquistata, nei pressi della miniera-museo di Punta Calamita”.
Quindi si avvicina piano piano, probabilmente l'ultima puntata dell'avventura di questa statua di bronzo, alta 1 metro e 80, raffigurante un cavatore nell'atto di colpire la dura roccia elbana, con un potente mazzuolo, opera che l'autore ha realizzato in Australia dove ha vissuto dal 1949.
“Il mio monumento - fa notare - è simbolo della storia millenaria dell'isola e più in generale di ogni parte del mondo dove ci sono miniere o cave. Ricordare anche i caduti durante tale lavoro è doveroso. Mi sono rivolto a tutti sull'isola ma non ho avuto molte risposte”.
Ma l'Inail, a cui lo scultore si è rivolto recandosi a Piombino, ha accolto tale richiesta. “Si- ci ha detto il dr. Cervo della direzione livornese– ci incontriamo venerdì con l'artista. Ha davvero una grande forza di volontà, nonostante l'età. Ha sentimenti profondi che ha espresso nella sua bella statua e giustamente vuole ricordare chi ha perso la vita durante quel lavoro. Non è facile la ricerca, ma insieme alla collega Poggetti e agli altri collaboratori, cercheremo di trovare le migliori soluzioni. Stiamo consultando i nostri archivi, quelli del museo minerario e forse sentiremo anche i comuni isolani e i cimiteri dell'isola. Chissà, potrebbero avere nei loro registri, tracce di quelle persone sfortunate. Ci stiamo rivolgendo anche alla nostra sede nazionale di Roma. Un lavoro delicato, perché dobbiamo riuscire a ricostruire un elenco che sia il più completo possibile, non escludendo nessuno”.
E dopo aver trovato i caduti nel lavoro in miniera, ci sarà da coinvolgere anche i familiari, gli eredi; quindi una missione notevole. Ma il motore targato “Faggioni” non si ferma mai e prima poi , grazie all'aiuto dell'Inail, sarà raggiunta anche questa meta.