Il Covid-19 influenza anche la liturgia di Pasqua.
Continua a valere, infatti, il divieto di celebrazione delle funzioni religiose e di assembramento.
Tutti sono invitati, nella Settimana santa, ad unirsi spiritualmente alla preghiera della Chiesa, utilizzando i mezzi di comunicazione e, in particolare, unendosi alle celebrazioni di papa Francesco.
In linea con le indicazioni del vescovo diocesano, nelle parrocchie elbane verranno celebrati i riti liturgici senza il concorso di popolo.
Nella parrocchia di San Giuseppe a Portoferraio, per esempio, il parroco don Domenico celebrerà, sempre a porte chiuse, nei seguenti giorni e orari:
la domenica delle Palme (5 aprile), la celebrazione della Messa alle ore 11 a cui seguirà la benedizione di alcuni rami di ulivo, simbolo dell'ulivo che potrebbe essere presente nelle case dei fedeli;
il giovedì santo (9 aprile), alle ore 18 la Messa “in coena Domini”, nella quale verrà omessa la lavanda dei piedi;
il venerdì santo (10 aprile), alle ore 15, la celebrazione della Passione di Gesù, con la preghiera universale che, quest'anno, comprenderà un riferimento all'attuale emergenza mondiale;
il sabato santo (11 aprile), alle ore 21, la veglia pasquale;
la domenica di Pasqua (12 aprile), alle ore 11, la celebrazione della Messa con la benedizione di tutto il popolo, atrraverso l'aspersione dell'acqua nuova; alle ore 12, come in tutte le chiese, le campane suoneranno a festa come segno di annuncio della vittoria di Cristo sulla morte, di speranza per uomini e donne in questo tempo di sofferenza e di comunione fra tutte le comunità.
"Per la prima volta – dichiara don Domenico – vivremo la Pasqua senza celebrare insieme i sacri riti che ci hanno sempre raccolto nelle nostre chiese. Rivolgo a tutti l'invito alla speranza, invocando la consolazione di Dio. Ci sentiamo vicino ai sofferenti, ai malati, ai poveri, agli anziani, ai disabili e ai nostri bambini. Esprimiamo gratitudine per tutti coloro che, a vari livelli e in diversi campi, in questo momento sono in prima linea per aiutarci a superare questa difficile fase".
Il parroco si unisce quindi alle parole del vescovo diocesano, mons. Carlo Ciattini e di tutti i vescovi toscani: "A tutti vogliamo dire di non perdere la speranza, anche in questi nostri giorni, pur sentendo il peso di ciò che ci viene a mancare. Sarà però ugualmente Pasqua di risurrezione. Riscopriremo forse che le nostre case possono essere chiesa, tempio santo di Dio e forse faremo anche esperienza che la comunione dei cuori è la cosa più importante da vivere, aldilà di ogni distanza e separazione".
Nunzio Marotti