Ero in cucina a preparare il pranzo in un inconsueto ultimo giorno di scuola e cercavo nella mia mente le parole adatte per poter formulare l’ultimo articolo di quest’anno.
Sento il suono di un messaggio nel telefono, lo apro, lo leggo. E’ la foto dell’ultimo giorno di scuola dello scorso anno con le ragazze e i ragazzi della 5A AFM che di lì a pochi giorni si sarebbero diplomati. Linda, una dolce ex studentessa del Cerboni mi ricordava che l’ultimo giorno di scuola l’avevamo condiviso insieme. E’ un’immagine spensierata e coinvolgente, anche perché ben lontana dalle rigide misure “anti Covid”, che ci sono oramai troppo familiari.
Le rispondo che quello di quest’anno è stato un ultimo giorno di scuola un po’ particolare…ognuno nella propria casa, senza poter condividere una lacrima nostalgica, un abbraccio liberatorio o l’ultimo rimprovero dell’insegnante che cerca di contenere le esuberanze studentesche da ultimo giorno di scuola. I saluti riempiono le chat, proliferate in questi ultimi mesi a creare una catena tra studenti e docenti, con i genitori a far da sentinella e da sprone ai loro disorientati figli. Parole toccanti di docenti che salutano e incoraggiano gli studenti, dei quali hanno “visitato” salotti, giardini, camerette, nelle tante videolezioni.
Sarebbe molto facile lasciarsi andare alla tristezza e invece quello che mi pervade è un senso di patriottismo. Risalgono alla mente quelle parole dell’Inno di Mameli che quando le ascolti ti fanno venire i brividi “Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte l’Italia chiamò!”. E’ come se tutti ci fossimo sentiti chiamati ad una rivalsa, ad un riscatto, ad una rinascita ad un salvarci tutti insieme.
Ringrazio Linda per il regalo di quella immagine e in quella foto si sovrappongono altre immagini…la nostra Preside, Alessandra Rando. Il suo primo anno alla Dirigenza di una scuola, un’emergenza sanitaria dalla portata inimmaginabile e per lei una prova così grande da affrontare. Ho visto la sua grinta, quella di una donna che non si arrende e che sente dentro di sé la responsabilità di condurre il vascello del Cerboni tra i flutti della tempesta. E se noi docenti siamo qui, ancora a remare, lo dobbiamo anche a lei, che ci ha costantemente informati, sostenuti, incoraggiati e soprattutto capiti.
Cara Linda in quella immagine rivedo i ragazzi delle quinte di quest’anno (la 5A e la 5B del Turismo, la 5A AFM, la 5 Grafico, la 5A Cat/agrario e la 5 Serale), giovani che come te, ambivano a vivere i 100 giorni, la notte prima degli esami e quella sensazione che si può vivere solo tra le mura di una scuola, di essere grandi, con i compagni di prima che ti guardano con ammirazione, con quelli di quarta che pensano che “il prossimo anno toccherà a me”…
Quanta vita in una scuola, ma coraggio…DIPLOMANDI…tanta vita c’è anche fuori, che vi aspetta, vi chiama, vi sorprenderà!
E anche a chi quest’anno al Cerboni ha frequentato la classe prima, dico …CORAGGIO, è vero non è stato il primo anno di Superiori che avreste immaginato e che avrebbero voluto per voi, genitori e professori, ma siete più capaci dei grandi di adattarvi agli imprevisti della vita (l’ho imparato dai miei figli nei 50 giorni di lockdown), e la vostra giovinezza è la vostra forza. Imparate dalla vita, così come dai libri e da chi è più grande di voi e può darvi un giusto consiglio.
Un’immagine, anzi, un suono che manca è l’ultima campanella dell’anno che consegna tutti gli studenti alle meritate vacanze, ma un canto rimane “L’Italia s’è desta”.
Emanuela De Domenico (ITCG Cerboni)