Il vento che si era manifestato negli scorsi mesi in maniera discontinua, ha preso costanza e direzione giusta ed ora sta montando deciso, si scarica sulle vele della barca che ne catturano e ne trasformano la forza in spinta in avanti.
La meteo-metafora la usiamo per stemperare un poco l’aridità dei numeri di cui dobbiamo parlarvi, che certo si possono sempre interpretare, ma sempre numeri rimangono e che oggi 1° Maggio (Pasqua dei Lavoratori la chiamava Pietro Gori) ci dicono che la rimonta di Elbareport, giornale di tutti, ma radicato a sinistra, dopo un lungo periodo di vicissitudini e di tristezze, sta davvero prendendo corpo.
Per 105.399 volte durante i 30 giorni di aprile qualcuno su questo pianeta dalla ferajese Piazza Padella o dall’Australia, dal Buchino di Rio Elba o dalla California ha aperto le mostre pagine, ed un altro dato dato (che è ancora più significativo per i tecnici, dei 3513 visitatori medi giornalieri, perché ne misura l’attenzione), emerge con il “traffico” processato dal sito, che ha sommato oltre 60 GigaB., con un incremento del 50% rispetto ai primi mesi del 2013 e di circa il 10% sul già lusinghiero risultato di Marzo quando la soglia psicologica delle sei cifre, dei 100.000 lettori era stata mancata per pochissimo.
La barca di Elbareport quindi fila ad una velocità che neanche potevamo ipotizzare alla fine del 2011, quando l’abbiamo tirata in secco e ci siamo messi “di buzzo bono” a risagomarla, a calafatarla a cucire nuove vele. Il milione di visite annuali superato per la prima volta nel 2004 e implementato di un costante + 8% fino al 2009 (ultimo anno prima della nostra crisi) dovrebbe già essere abbondantemente acquisito per il 2013 ed a questo punto l’obiettivo (ambizioso) di quella che scherzosamente abbiamo definito Elbareport 2.0, pensiamo possa essere che nel primo esercizio completo “in nuova veste” si stacchi il più alto numero di visitatori da sempre.
Per sostenere questa crescita torneremo a breve, con un successivo salto gestionale, ad una attività commerciale, abbiamo necessità di riaprire le nostre pagine alle inserzioni pubblicitarie anche per creare intorno alla testata quel minimo di occupazione professionale che consenta la continuità e la puntualità di un servizio informativo gratuito per la cittadinanza, che comunque manterrà la sua “spina dorsale” di lavoro volontario, la sua apertura alle preziosissime “donazioni” costanti o episodiche che ci sono venute da “eccellenti firme” di studiosi e/o professionisti dell’informazione (Cambi, Totaro, Tanelli, Drusiani, Giannì, Piras, Moschini, Bartoloni... tanto per citarne alcuni) che rappresentano un valore aggiunto di questo giornale.
Certo non cambia la linea di elbareport che resta piccolo patrimonio della comunità insulare e resta senza padrini né padroni, attento ai problemi del sociale e dell’ambiente, molto ossequioso della legalità, e pochissimo dei potentati di qualsiasi genere.
Non c’è, intendiamoci, niente di speciale in tutto ciò, chi fa informazione deve preoccuparsi di essere occhio critico ed in un certo senso pure “rappresentante” di chi legge, chi informa ha il dovere morale di essere scomodo, di rompere le palle, paradossalmente ancor di più a chi sente più “politicamente vicino” di altri.
Buon Primo Maggio