Nel pieno delle lotte sessantottine a cui ho partecipato nella città di Torino, Franco Basaglia era colui che voleva "ribaltare il mondo", simile ad un Che Guevara, facendo scomparire i manicomi che, a quei tempi, potevano essere paragonati tranquillamente a dei campi di concentramento. Nel 1971 una Commissione di inchiesta al Santa Maria della Pietà di Roma spiegava: "Ci sono bambini legati con i piedi al termosifone o ai tubi dell'acqua, scalzi, seminudi, sdraiati per terra come bestioline incapaci di difendersi, sporchi di feci, dovunque un lezzo insopportabile".
Da piccolo, con mia madre, ho visitato un reparto dei bambini del complesso del Cottolengo di Torino, una città nella città. C'erano bambini anche della mia età, mi apparivano normali e normali erano. Bastava che dei genitori "non gradissero" la presenza di un figlio, avessero ritardi mentali, menomazioni fisiche o altro per essere sbattuti in questi luoghi orribili etichettandoli sovente come schizofrenici o isterici. Pensate a quanti ragazzi con problemi di disabilità che frequentano serenamente le nostre scuole sarebbero ancora in questi luoghi lugubri.
Dobbiamo essere orgogliosi di essere stati noi italiani, merito Franco Basaglia, i primi nel mondo a "liberare i folli" e anche oggi siamo una realtà minoritaria (sono ancora numerose le classi di soli disabili in tutta Europa). Sappiamo che molti genitori di questi bimbi si sentono abbandonati dalle istituzioni ed hanno ragione, ma non diamo la colpa a Basaglia. Lui aveva fatto proposte concrete per mettere in pratica questa rivoluzionaria riforma gradualmente e senza eccessivi traumi.
La sua precoce morte nel 1980, causa un'incurabile malattia, ci ha privato del suo indispensabile aiuto. Sento l'obbligo di precisare che alcuni stralci del mio discorso hanno preso spunto da un bel articolo del giornalista Gian Antonio Stella su "Il Corriere della Sera" del 17/8/2020.
PS Mi chiedo come mai tanti richiedono a gran voce il ritorno dei vecchi manicomi, forse perchè "occhio non vede, cuore non duole?"
Riccardo Osano