La pandemia rischia di oscurare gran parte della realtà, lontana e vicina.
Il grande errore è che l'emergenza sanitaria, alla quale occorre prestare (preoccupata) attenzione, occupi l'intero orizzonte.
Aumentano i morti per droga e questa terribile realtà continua a crescere.
Lo dice la Relazione parlamentare sull'anno 2019 che sottolinea in particolare l'aumento di morti per overdose, ben 373 (erano 296 nel 2017 e 334 nel 2018); gli oltre 7 mila ricoveri, soprattutto giovani, di cui la metà riferiti ad uso di sostanze sconosciute; le oltre 8 tonnellate di cocaina sequestrate nel 2019 (erano meno della metà nel 2018).
Le morti (373) sono causate dall'eroina (169), dalla cocaina (69) e da sostanza imprecisata (115).
Il giro di affari è di 16 miliardi di euro e, di questi, circa 5 riguardano la cocaina.
Crescono anche del 30 per cento le diagnosi tardive di Hiv.
Cresce il consumo fra i giovanissimi e un terzo degli studenti dichiara di aver provato cannabis nella vita e il 16% di farne un uso corrente, ma aumenta anche la consapevolezza dei rischi.
Sono alcuni dei dati che dovrebbero farci riflettere e tornare a parlare di dipendenza, interrogandosi sulle attività di prevenzione e di proposta di corretti stili di vita. In un'ottica di alleanza educativa (prevenzione), capace di mobilitare le tante risorse presenti sul territorio, di diversi ambiti e competenze, attivando progetti generali e specifici che possano raggiungere tutti, anche quanti vivono ai margini. E' evidente che, se serio e continuativo, questo lavoro non potrà non mettere in discussione il nostro modo di vivere e di intendere le relazioni e lo sviluppo. E così, anche il tempo della pandemia - con il disvelarci interconnessioni e vulnerabilità comune - rappresenterà un'opportunità raccolta.
Nunzio Marotti