Don Domenico Pinheiro, parroco di san Giuseppe, ci racconta di tre Santi per la rubrica del mese di gennaio. Il 17 si celebra Sant'Antonio Abate, il 24 San Francesco di Sales ed il 31 gennaio San Giovanni Bosco.
Ecco in estrema sintesi cenni sulla vita dei Santi:
Sant'Antonio Abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa, celebrato il 17 gennaio. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto da una agiata famiglia di agricoltori. Intorno al 250, a vent'anni, rimasto orfano, vendette i suoi beni e abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una zona deserta in preghiera. Un angelo di Dio gli indicò la strada del lavoro e della preghiera che, due secoli dopo, avrebbe costituito la base della regola benedettina «Ora et labora» e del Monachesimo Occidentale. Poi l'abate visse sulle rive del Mar Rosso dove condusse vita da anacoreta (eremita in costante preghiera) per più di 80 anni. Ricoperto appena da un rude panno, Antonio si rifugiò in un’antica tomba nella roccia e un amico gli portava ogni tanto un po’ di pane; per il resto, si doveva arrangiare con frutti di bosco e le erbe dei campi. In seguito visse col lavoro in un piccolo orto si alimentava e il resto lo distribuiva ai poveri o ai visitatori che si recavano da lui per consigli; da lui accorrevano, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. Morì, ultracentenario, nel 356. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant'Atanasio, che contribuì a farne conoscere l'esempio in tutta la Chiesa. Per solo due volte lasciò il suo eremitaggio. La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia, imperatore romano; la seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico cristiano.
San Francesco di Sales, nato in Savoia, a Thorens nel 1567 da famiglia nobile, fu avviato alla carriera di avvocato, ma scoprì la vocazione al sacerdozio e venne ordinato nel 1593. Concluse a Lione i suoi giorni consunto dalle fatiche apostoliche, il 28 dicembre del 1622. Fu iscritto nell’albo dei Beati nel 1661, fu canonizzato nel 1665 e proclamato Dottore della Chiesa nel 1887 da Leone XIII. Si dedicò alla predicazione ma, per essere più efficace, decise di diffondere tra le case alcuni fogli informativi sui temi che gli stavano a cuore. Volle poi di affrontare la sfida più impegnativa e chiese di essere inviato a Ginevra, culla del calvinismo. Qui si spese nella pastorale e nel dibattito teologico con gli esponenti della Riforma e divenne vescovo della città nel 1602. Prima che predicatore e comunicatore, il patrono dei giornalisti fu una guida spirituale che seppe condurre con umiltà e comprensione verso la verità. Si formò alla cultura classica e filosofica della scuola dei Gesuiti. I suoi “manifesti” dettero frutti notevoli tanto da determinare il crollo della “roccaforte” calvinista. A Thonon fondò la locale Congregazione dell’Oratorio, eretta da Papa Clemente VIII con la Bolla “Redemptoris et Salvatoris nostri” nel 1598 “Iuxta ritum et instituta Congregationis Oratorii de Urbe”. Ebbe la caratteristica del dialogo nella dolcezza, nel sereno ottimismo e nel desiderio di incontro, il proprio fondamento, con uno spirito ed una impostazione che trovano eco profondo nella proposta spirituale di San Filippo Neri.
San Giovanni Bosco nato a Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco), 16 agosto 1815 – morto a Torino, il 31 gennaio 1888.
Giovanni Bosco, figlio di modesti contadini, rimase orfano di padre a 2 anni e aveva appena nove anni quando ebbe il sogno che gli indicò la sua strada. Ne ebbe altri, rivelatori, per tutta la vita. Nel primo vide in un cortile, in mezzo a un gruppo di ragazzi, prima Gesù e poi la Madonna, attorniata da bestie feroci poi trasformate in agnelli. Un sogno profetico che più volte raccontò ai ragazzi del suo Oratorio che creò da grande, diventato sacerdote. Da quel momento Giovanni divenne per i suoi coetanei un apostolo in grado di affascinarli con il gioco e la gioiosa compagnia, ma anche di farli crescere nella Fede con la preghiera. Divenne sacerdote a 26 anni, nel 1841 e nello stesso anno di fatto iniziò l'opera che poi diventò la Società Salesiana, fondata nel 1854. Per avvicinare i ragazzini alla preghiera e all’ascolto della Santa Messa imparò i giochi di prestigio e le acrobazie dei saltimbanchi, attirando in tal modo coetanei e contadini, i quali venivano da lui invitati a recitare il Santo Rosario e alla lettura del Vangelo. Accolse un giorno Bartolomeo Garelli, muratore di 16 anni, orfano, analfabeta, povero e indifeso. Fu il primo ad essere istruito da don Bosco e dopo tale esperienza creò l’Oratorio di San Francesco di Sales e molti altri giovani formò. Nel 1872, con santa Maria Domenica Mazzarello (1837-1881), fondò l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.