E’ stata depositata la sentenza del Consiglio di Stato su Capo d’Arco, una località sulla costa del Comune di Rio Marina, all’Isola d’Elba, dove negli anni passati Goletta Verde effettuò uno dei sui blitz contro abusi edilizi sulla costa e dove successivamente tra Cigno Verde e Comune (retto allora dall’ex senatore e deputato Francesco Bosi, ex sottosegretario del Governo Berlusconi) si è aperta una durissima polemica su un vasto progetto di lottizzazione diviso in 9 comparti (poi diventati 7) e sullo stesso nuovo Piano Strutturale del Comune che ha visto una parziale revisione del piano di particolareggiato (prima di iniziativa privata e poi trasformato stranamente in iniziativa pubblica) dii Capo d’Arco, con alla fine lo stralcio del solo comparto G, dove inizialmente si prevedevano addirittura nuove costruzioni sugli scogli e nella fascia costiera del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Gli ambientalisti con le loro osservazioni sono anche riusciti a far saltare o diminuire alcune previsioni di nuova cementificazione ed a mettere in dubbio alcuni dei parametri utilizzati dal Piano Strutturale di Rio Marina.
La sentenza parziale del Consiglio di Stato respinge i motivi di ricorso pregiudiziali del comune contro la precedente sentenza del Tribunale Regionale Amministrativo della Toscana, rinviando la decisione nel merito. Inoltre il Consiglio di Stato ordina una consulenza per accertare la fondatezza materiale in punto di fatto del ricorso di un privato per quanto riguarda i posti spiaggia, una delle invarianti del Piano strutturale che non convincevano Legambiente, visto che Rio Marina, così come altri Comuni elbani, utilizzano le capienze delle spiagge dei comuni limitrofi per giustificare le nuove previsioni edificatorie.
Come si legge al punto 5 della sentenza: «Ai fini della decisione, appare peraltro opportuno disporre verificazione, al fine di disporre di un esauriente e completo inquadramento del rapporto tra le previsioni del piano particolareggiato, quelle del P.R.G. con annesse N.T.A., e del Piano strutturale e delle relative N.T.A., ivi comprese le prescrizioni relative alla dotazione degli standards, inclusi i servizi per la balneazione, in rapporto con tutti i vincoli forestali, ambientali e idrogeologici che gravano sulla zona. Alla verificazione provvederà il signor Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze, con facoltà di delegare altro docente del medesimo dipartimento, mediante ogni opportuna indagine, e con eventuali sopralluoghi ove ritenuti necessari, e acquisizione di ogni documentazione utile dalle stesse parti appellanti e dall’appellata, nonché da enti territoriali e istituzionali, riferendo con dettagliata relazione, corredata degli opportuni allegati, e dando comunicazione alle parti del giudizio dell’avvio delle operazioni, salva la facoltà delle parti di assistervi con tecnici di propria fiducia. La suddetta relazione sarà depositata nel termine di giorni novanta dalla comunicazione della presente sentenza parziale e istruttoria, ovvero, se anteriore, dalla sua notificazione a cura della parte più diligente. Prima dell’avvio delle operazioni, sarà depositato il compenso del verificatore, liquidato in € 7.000,00 e posto a carico, in via di anticipazione, dell’appellante Immobiliare Capo d’Arco S.p.A., salva refusione all’esito eventualmente favorevole del giudizio, cui è rimessa invece la liquidazione delle spese di causa. L’ulteriore trattazione è fissata, in prosieguo, all’udienza di discussione del 12 novembre 2013».
Il Consiglio di Stato riconosce quindi la fondatezza in diritto di quanto sollevato nelle osservazioni da Legambiente e poi al Tar da privati che hanno abitazioni nel comparto di Capo d’Arco. Infatti il Consiglio di Stato, pronunciandosi in via non definitiva sugli appelli, «1) rigetta le eccezioni pregiudiziali di cui in motivazione; 2) ordina procedersi a verificazione nei modi (anche economici) e termini indicati in motivazione; 3) riserva all’esito del giudizio le spese di causa; 4) fissa per l’ulteriore trattazione l’udienza di discussione del 12 novembre 2013; ed «Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa».
Legambiente Arcipelago, viste le recenti sentenze, spera che la nuova Amministrazione Comunale abbandoni l’appoggio ideologico e la confusione nelle scelte edilizie che hanno caratterizzato, con effetti disastrosi, la gestione dell’urbanistica da parte dell’ex sindaco Bosi e riveda quelle scelte sbagliate, per impedire ogni ulteriore cementificazione di Capo d’Arco e delle coste elbane, pensando al bene comune.