La sezione elbana del Rotary Club ha consegnato un riconoscimento alla carriera all'elbano prof. Gianfranco Vanagolli. Riassumere o evidenziare i passaggi che sono stati presentati e' piuttosto arduo, e rischia di essere limitativo, talmente ricco e variegato e' il suo profilo professionale. Tra questi mi piace ricordare le sue cariche non profit, come Consulente culturale del Parco Minerario dell'Isola d'Elba, Vice Presidente del Centro Nazionale di Studi Napoleonici e Vice Presidente di Italia Nostra dell'Elba e Giglio.
In questa sede preferisco invece evidenziare alcuni aspetti dello studioso, che nel corso degli anni si mantiene fedele ai propri ideali e alla propria terra. A volte considerato severo e schivo da chi lo conosce poco, dice di se stesso che "spesso la mia lapidarietà è semplicemente pudore o riserbo, quando non viene dal poco tempo che ho da dedicare agli amici (o a me stesso, che è l'identica cosa)". La serietà e il rigore che lo caratterizzano non impediscono a chi invece lo conosce meglio di apprezzare un aspetto più recondito ma altrettanto fertile: non e' raro che, passeggiando in citta', i suoi ex studenti (ha insegnato alle medie, nei professionali, nei tecnici e nei licei, anche all'estero) lo fermino per abbracciarlo o salutarlo con slancio. Ne' e' raro trovarlo, adesso che e' in pensione, al Gabinetto Viesseux del Bar Caffè Roma. Anni stimolanti quelli della pensione, durante i quali continua ad ampliare le sue ricerche di una vita: i suoi libri e i suoi ormai famosi "Quaderni" sono via via pubblicati o ristampati, uno dopo l'altro, grazie allo studio di testi inediti in archivi italiani ed internazionali su storia, cultura, tradizioni, arte non solo dell'isola d'Elba ma anche dell'Arcipelago.
Il messaggio migliore che manda insieme ad ogni pubblicazione e' sempre costante: "a patto che sia di qualità". L'opera più rappresentativa e a cui e' più legato? Il sacro e il mare, che "parla di mare e di ciò che il mare, nello spirituale, ha suggerito agli isolani d'antan". Le sue ricostruzioni dei viaggi dei velieri elbani nell'Atlantico e nell'Egeo-Mar di Marmara-Mar Nero-Mar d'Azov sono quanto di più suggestivo si può leggere della nostra storia spesso sottovalutata. L'interesse e passione per la navigazione continuano con pagine dedicate all'Inconstant, il brick che le potenze alleate lasciarono a Napoleone all'Elba nel 1814. Il suo amore per il mare e' di sempre, trasmesso anni fa anche in un progetto per i suoi studenti sullo studio della portualità in Corsica (Bastia: vieux port, port nouveu e port Toga; Macinaggio e Bonifacio), Capraia, Giglio e Pianosa. Una strepitosa mostra allestita, con la discrezione che lo caratterizza, al Santissimo Sacramento su ex voto, con materiali davvero rari, per lo più del Settecento, comprende soprattutto lo specifico marinaresco elbano.
Difficile essere sintetici, perché altrettanto impegno rivestono i suoi studi e la sua esperienza sull'arte e la letteratura, sull'archeologia, sulla storia elbane. Attenzione all'arte anche per garantire la sopravvivenza di espressioni artistiche minori, nel panorama della pittura toscana, ma sempre dignitose e comunque importanti per la comprensione della vicenda culturale di quest'isola. Archeologia elbana del passato e del presente, fino al dialogo con il prestigioso e attualissimo progetto Aithale. Trascurare il Parco Minerario poi, che tanta parte ha nella sua stessa storia di riese "doc", equivale a non avere una sua immagine a fuoco. Amore per la storia, dalla storia di Grassera e Dragut, alle Cronache elbane 1940-1945, al Ragguaglio sul Soggiorno di Napoleone all'Elba al Principe di Piombino presentato alla Gran Guardia recentemente, che ha riportato attualità e brio ad un aspetto cruciale del bicentenario napoleonico sulla parte dell'Elba a cui e' più legato: la parte riese.
Termino menzionando il più ambizioso dei suoi progetti, che ha in testa da tempo e che avrebbe dovuto realizzare con il giornalista elbano Gaspare Barbiellini Amidei prima che ci lasciasse: la creazione di un Parco Letterario Elbano. "All'estero vengono fatti dei veri e propri pellegrinaggi nella Normandia prussiana come nella Stoccolma di Stieg Larsson o nella Dublino di Joyce. Dovunque l'esigenza è una: vivere un luogo geografico come un luogo letterario, dove cogliere, con l'aiuto dei paesaggi, della gente, dei colori, dei profumi, gli echi della biografia e del motore lirico di un autore". La sua visione e' ben ampia pero', perché ha implicazioni più ambiziose e complete: "la pittura ci deve essere .. e ci deve essere anche la musica (abbiamo un Pietri, un Taddei e un Cioni)". "l'Elba, cito ancora Vanagolli, potrebbe aggiungersi ai parchi letterari nazionali già esistenti. Nei fatti, si tratterebbe di evidenziare un patrimonio disponibile - località, dimore, biblioteche, materiale documentario - e di inserirlo in un percorso da proporre, con tavole rotonde, convegni, relazioni, conferenze, lezioni, letture pubbliche, ristampe e presentazioni di libri, a quanti, nell'isola, non cercano solo mare e sole."
Ringraziando il Rotary Club per il riconoscimento alla carriera offerto, Italia Nostra accoglie allora l'ambizioso messaggio del suo VicePresidente e lo rilancia, di nuovo, a chi puo' davvero essere interessato ad abbracciare questa sua visione e ad offrire sostegno o semplice condivisione di intenti per un'Elba di qualità e prestigio.
Cecilia Pacini - Italia Nostra Sezione dell'Elba e del Giglio
Gianfranco e l’Isola d’Elba sono un binomio inscindibile perché nessuno ha raccontato con maggiore rigore la sua storia come ha fatto lui.
L’innamoramento per il suo “ scoglio” è cominciato presto, ha riguardato l’archeologia, la valorizzazione del patrimonio etrusco e romano qui presente ed è poi è proseguita con la riscoperta delle chiese romaniche elbane e di quel poco o tanto che ne rimaneva, senza mai dimenticare l’esilio napoleonico e le sue ripercussioni sul tessuto politico, sociale ed economico isolano. Decisivo è stato poi il contributo di Gianfranco alla ricostruzione delle vicende belliche del secondo conflitto mondiale con le Cronache elbane di quel drammatico periodo.
Si può dire che gran parte della storia locale è stata indagata e ricostruita da lui con la meticolosità dello storiografo e la passione dello studioso, che indaga e ricerca per rendere più salde e profonde le radici che lo legano alla propria “piccola patria”.
E quella “patria” allora diventa davvero specchio e miniatura della Storia più ampia, -dell’Italia, dell’Europa, dei continenti- supera la tentazione della chiusura che l’insularità comporta per aprirsi al mondo, per fare del canale un ponte ideale verso la costa che la contempla. Gianfranco ci racconta infatti della grande marineria riese e marinese, dei bastimenti con le vele spiegate che non si limitavano a navigare il Mediterraneo ma osavano oltre, puntando ad occidente verso le Americhe o ad oriente verso il Mare d’Azov; ricostruisce le vicende dei Turchi e Barbareschi che non risparmiavano le nostre coste nelle loro incursioni piratesche; ripercorre l’odissea dei minatori e dei cavatori elbani che estraevano ferro destinato a percorrere distanze inimmaginabili; ci informa del grande spirito patriottico che animava gli elbani durante il Risorgimento e della generosa partecipazione di alcuni di loro alle guerre d’Indipendenza o alla spedizione dei Mille; ci rende edotti della Loggia massonica des Amis de l’honneur Français a l’Orient de Portoferraio; ci fa conoscere l’anelito religioso della gente di mare, che si affida più di altre alla misericordia divina e offre poi, per grazia ricevuta, deliziose tavolette votive ai numi tutelari.
Insomma ci fa capire come da sempre, dalla preistoria fino ai nostri giorni, l’Isola d’Elba sia stata parte non trascurabile di una fitta rete di relazioni economiche, culturali e politiche di cui occorre indagare spessore e natura. Per non essere abitanti inconsapevoli di un territorio così ricco e sfaccettato di paesaggi naturali e culturali.
Ma Gianfranco è anche altro: un sensibile letterato che ha pubblicato racconti, letture critiche, recensioni e una preziosa Antologia di autori elbani; nonché un raffinato critico d’arte –e artista lui stesso- che non ha esitato a mettere in luce e valorizzare talenti locali.
Il riconoscimento ottenuto dal Rotary club ci sembra dunque meritatissimo e auspichiamo che costituisca un ulteriore stimolo a dedicarsi sempre, con la stessa instancabile dedizione, al patrimonio storico, artistico e letterario della nostra amata isola.
MGC