Nella vita a differenza degli scacchi, il gioco continua dopo lo scacco matto. (Isaac Asimov)
In questo mondo tutto è completamente cambiato, un mondo periferico, tossico, dimenticato da tutti, un mondo in mano alla criminalità dove non vi sono opportunità.
I bambini abbandonano la scuola a dieci, undici anni. I maschietti diventano i galoppini degli spacciatori, le bambine si procurano con il sesso gli oggetti da status symbol che vedono nella pubblicità. Le famiglie sono assenti, prese dai loro problemi quotidiani. Le istituzioni inesistenti. Il territorio è controllato da bande criminali che vivono sullo spaccio della droga. I capi abitano in grandi case lussuose, hanno macchine e moto di grossa cilindrata, comprati con soldi fatti sulla pelle di sfigati tossicodipendenti che per una dose sono disposti a tutto.
Luna è nata qui, nella periferia anonima di una qualsiasi grande metropoli, un buco nero che inghiotte tutto e tutti, ci vive da sempre, non conosce altro, questo è il suo mondo. Alta per i suoi tredici anni, capelli lunghi, biondi, occhi verdi, seni piccoli poco sviluppati, si muove con grazia, non parla molto e a differenze delle sue amiche che sono sempre connesse con lo smartphone, ama giocare a scacchi. Non si sa come ha cominciato, dove ha imparato a muovere il cavallo, la torre, la regina, il re, i pedoni, un mistero. Lei non è un spingi legno.
Perde quasi tutte le partite, non ha molta dimestichezza con il gioco. Poi le cose iniziano a cambiare, continuando a giocare a scacchi fa allenamento e sviluppa nuove strategie e tecniche, comincia a vincere le partite.
Conosce un ragazzo, uno strano, strambo, che vive nel suo stesso quartiere. Non si droga, non fa il galoppino per quattro frustrati e impotenti spacciatori di morte. E’ solare, più grande di lei. Si chiama Andrea, ha sedici anni. Gioca a scacchi. Si sono incontrati alla fermata del bus che porta in centro, dalla tasca di Andrea cade il cavallo. Luna lo raccoglie e nel porgerlo gli chiede se gioca a scacchi.
Così si sono conosciuti. Il caso, il destino, Dio. Sono credente, mi piace pensare che sia stata la volontà divina. Da quel momento sono diventati amici, quando non piove si incontrano ogni giorno nei giardini del quartiere per giocare a scacchi. Non parlano molto, anzi quasi niente, ma si mettono uno di fonte all’altra e cominciano a muovere i pezzi sulla scacchiera. In quel momento dimenticano dove sono, cosa sono, la bruttezza della realtà che li circonda, delle case popolari costruite da personaggi ingordi e privi di etica. Vivono entrambi nelle case dei “puffi”, ma sono liberi, si sentono liberi, gli scacchi sono la loro passione.
Luna gioca con i bianchi. Andrea con i neri.
1.d4;d5 2.Cf3;Cf6 3.c4;e6 4.Cce;dxc4 5.e3;a6 6.a4;c5 7.Axc4;Cc6 8. O-O;Ae7 9.d5;exd5 10.Cxd5;O-O 11.Cxe7+;Dxe7 12.h3;Af5 13.Ad2;Ce4 14.De2;Df6 15.Tfd1;Dxb2 16.Tab1;Df6 17.Txb7;Cxd2 18.Txd2;Ca5 19.Tbb2;Ae4 20. Ad5;Axd5 21.Txd5;Dc6 22. Dd1;Cc4 23.Tb1;Tac8 24.e4;Tfe8 25.e5;h6 26.Rh2;Dc7 27.Td7;Da5 28.Tbb7;Cxe5 29. Cxe5;Txe5 30.Txf7;Tg5 31. Dd7 1-0
Enzo Sossi