Naregno non se lo meritava proprio. Le rievocazioni devono esprimere una regia di qualità che passa attraverso costumi, ambiente e un po' di aderenza storica. Servono alla nostra economia e sono la nostra carta da visita.
Già in passato fu una manifestazione pecoreccia e inutile.
Figuranti in abiti del cinquecento che accoglievano, superstite del naufragio, una improbabile principessa dell'ottocento.
Una regia pasticciona e ignorante accozzò i costumi di due epoche, Rinascimento e Risorgimento, manipolò la storia al punto che nel forte seicentesco di Focardo alloggiavano i soldati del secolo prima, quelli di Lorenzo De Medici.
Noi Capoliveresi siamo come il vino il tempo ci migliora. Non in tutte le circostanze però. L'altra sera a Naregno c'ero: far feste in costume non ci confà.
Ora, sapete che sul Polluce, al momento del naufragio c'erano e si salvarono Madame D'Uxhull, la contessa Della Rocca di Napoli, il capitano russo Tachirochoff.
Li ho cercati nei costumi di qualche figurante non li ho trovati. Signore in presunti costumi d'epoca con rolex al braccio e il telefonino al collo gironzolavano in cerca dei banchetti gastronomici, suore che vendevano rosari, ricamatrici sedute che, fra un naufrago e l'altro, avrebbero pure dovuto trovare il tempo di ricamare. Più in fondo la banda musicale Giuseppe Verdi, che non suonava la verdiana musica d'epoca ma i soliti motivi che tutti conoscono.
Dulcis in fundo la proiezione del filamato che rievoca il naufragio è saltata, niente. Proiettore caput.
Quale è stata la conclusione: tutti all' Hotel del buon Frank per l'abbuffata.
Qualcuno fra i numerosi esercenti del luogo aveva compreso che la rievocazione non rievocava proprio un bel niente e ha preferito salvarsi la faccia. Non ha chiesto le bandierine, non ha offerto niente al pubblico ha passato la serata tranquillamente a sorseggiare una birra con gli amici.
Facciamo due considerazioni.
La prima; Il Comune sovvenziona, anzi noi paghiamo l'Associazione Culturale Giuseppe Verdi per svolgere manifestazioni e rievocazioni. Bene. Noi Capoliveresi le pretendiamo di qualità ma sopratutto veramente funzionali al Turismo. Non cè stata per la festa di Naregno nessuna adeguata pubblicità, nessuna preparazione seria dell'evento, men che meno la presenza dell'Assessore al Turismo.
Tutto affidato ai soliti arruffoni.
La seconda. La baia di Naregno nel suo splendore è unica, l'unica all'Elba, che conserva come segnale storico un forte spagnolo integro e a picco sul mare.
Non potrebbe essere questa la ragione per istituire "La tre giorni di Naregno" con una seria accurata rievocazione storica della vita e dei costumi dell'epoca e, sopratutto, delle relazioni che c'erano fra la soldatesca spagnola e Capoliveri.
Ci furono e lo testimoniano proprio i cognomi spagnoli sopravvisuti: i Rodriguez, i Bonasdies, i Martorella. Corre obbligo ormai affidare i compiti di qualsiasi rievocazione del costume locale, alla regia di persone esperte e culturalmente preparate.
Ai fischioni di sempre diciamo grazie ma d'ora in poi statevene casa.
Luperini Adriano