Sai cosa mi manca più di tutto?
L’essere spensierata.
Ho visto questo video bevendolo tutto d’un fiato e cominciando a sottrarre pensieri, parole, paure, supposizioni, strutture mentali.
Il succo alla fine credo che sia questo: un invito alla leggerezza, nel senso del viaggiare leggeri, con meno bagagli possibili, per affrontare al meglio il viaggio, non farsi scoraggiare dalle salite, essere lungimiranti sulle distanze, non perdere di vista l’obiettivo che altro non è se non cercare di vivere al meglio il presente e fare le giuste pause.
Un secondo, un dannato secondo. Per fare cosa? Per essere presenti a se stessi ORA, senza MA, senza SE, senza che quanto è accaduto ci condizioni insieme a quanto temiamo possa accadere. Ecco, il fatto è che viviamo troppo spesso nella probabilità e troppo poco nella realtà. Continuiamo a proiettare sulle cose e sulle persone, ansie, tristezze, timori, ma anche aspettative e sogni e ci astraiamo dalla nostra realtà, fino a negarla e a entrare in conflitto con essa e consegnarci a un’esistenza al largo da noi stessi.
In questa intensa settimana fiorentina, durante la quale ho partecipato all’evento nazionale più importante per la comunicazione web legata al travel e ho frequentato un’intenso corso di coaching,ho potuto toccare con mano i benefici di un sano riappropriarsi delle proprie emozioni/sensazioni/aspirazioni, senza troppi se e troppi ma, senza cedere alla (contro lusinga) del momento di difficoltà che viviamo, semplicemente concentrandoci sul qui e ora, su quanto possiamo fare. Tanto per intendersi, al Buy Tourism Online era il verbo di Farinetti col suo “un minuto per lamentarci, il resto del tempo per fare, a condurci per mano. In un certo senso, vivere la propria esistenza al di sotto delle nostre potenzialità, schiavi del dubbio e del calcolo delle probabilità, accettando il compromesso che ci vuole uniti nel gregge del lamento che non ci permette di esplorare strade alternative animati dalla nostra innata capacità di fare e di credere che le cose, dal piccolo, dal quotidiano, da adesso, possano cambiare, è un po’ come accettare l’idea che non ci sia futuro, non ci sia un domani, non lo si possa scrivere con i colori del nostro talento e consegnarci, mesti, a un calvario di sofferenze e preoccupazioni che siamo stati bravi a farci recapitare a casa.
Durante l’impegnativa e intensa tra giorni dedicata interamente all’apprendimento delle tecniche di coaching, sono riuscita a mettere a fuoco questi temi, esplorando le lande desolate delle nostre potenzialità, sempre appesantite da interferenze, dubbi, paure, incertezze che ci tengono al largo dalla nostra (innata, per la verità) capacità di spensieratezza e leggerezza.
Ridere, bisognerebbe tornare a ridere e a essere felici e per farlo, mi ripeto, dovremmo tornare a guardare quanto sono bravi i bambini, a sbellicarsi su un nonnulla, a entusiasmarsi per l’imminente uscita de lo Hobbit (fino a parlarne a tavola ogni giorno sfiorando lo sfinimento emotivo delle madri sulla soglia di una crisi di nervi), a cantare a squarciagola per andare a buttare la spazzatura e infine a tramortirti di paroline dolci nell’attesa tu finisca di scrivere il post, per poter giocare con te.
Bene, io la mia quotidiana dose di leggerezza vado a prendermela ora: spengo tutto, gioco e rido con mia figlia e, badate bene, non per questo cancello i problemi, le preoccupazioni, le guerre e le malattie ma mi impegno nel concreto, nel piccolo, nell’infinitamente periferico, a fare qualcosa per mettere in circolo bellezza e poesia, leggerezza e passione, amore e cura, perché immagino il mondo come un grande organismo complesso, del quale ognuno di noi fa parte e che vive e prospera o deperisce e si ammala, proprio in virtù di quanto accade nei suoi sistemi periferici. Fosse anche che mi è toccato in sorte di essere la cellula più sperduta dell’alluce sinistro di questo pianeta, io mi impegno per mantenere la mia cellula in salute attraverso un costante, tenace, impegnativo, appassionato esercizio di leggerezza e passione, dedizione e allegria, con l’augurio che l’intero corpo di questo mondo, possa presto ammalarsi d’Amore.
Provateci anche voi.
Francesca Campagna da http://fravolacolcuore.com/