Una realtà di riferimento dell’Isis “Foresi” di Portoferraio è quella carceraria. Prima di tutto perché nella casa di reclusione di Porto Azzurro è presente da anni una sezione del liceo scientifico del “Foresi”. E questo permette di dar vita ad iniziative interne al carcere con la presenza dei liceali elbani. Si tratta di momenti culturali, quali rappresentazioni teatrali, presentazione di libri, incontri con docenti universitari e scrittori, incontri sportivi.
Per esempio, alcuni studenti, a conclusione dell’anno scolastico, si sono recati presso la Casa di Reclusione di Porto Azzurro per partecipare alla presentazione del libro “Pensieri e parole”, una raccolta di poesie e racconti del gruppo di scrittura del liceo di Porto Azzurro. Nell’introduzione, il curatore prof. Paolo Lago scrive: “Tutte le parole e i pensieri di questo volume sono imbevuti di forza e di sincerità, di passione che si rinnova giorno dopo giorno. Perché ci vuole passione per portare avanti con dignità la propria vita, e questo vale dappertutto in ogni momento”. Sono cinque i reclusi che hanno scritto poesie e racconti. E, nel corso dell’incontro, hanno voluto comunicare alcuni pensieri introduttivi attraverso le parole di uno di loro. Prima di tutto ringraziando i presenti. Poi soffermandosi sul valore della scrittura (“la scrittura è riflessione che ci da la possibilità di esternare al meglio le nostre emozioni”) e sui percorsi rieducativi proposti dall’istituzione carceraria e seguiti dai detenuti. “Dal canto nostro – hanno continuato – abbiamo fatto e faremo il possibile, anzi il massimo delle nostre capacità, per rispondere al percorso rieducativo”. Per concludere: “Noi ragazzi del gruppo scrittura ci auguriamo che questa esperienza continui e venga ampliata, per diventare fiore all’occhiello, punta di diamante, motivo di orgoglio per noi e per il liceo di Porto Azzurro”.
La presentazione del libro è continuata con la lettura di alcune poesie ed è terminata con gli interventi di educatori ed insegnanti.
Su questo stesso versante va registrato, seppure in ambito extrascolastico, il minitorneo di calcio a cinque che ha visto la partecipazione di sei detenuti in permesso, di un gruppo di giovani studenti e di alcuni insegnanti. Un evento di carattere “internazionale” per la presenza fra i detenuti di due tunisini, un cileno e un romeno (oltre a due italiani). L’incontro, che si è svolto al campo della Sghinghetta, è stato reso possibile grazie alla collaborazione di Dario, della parrocchia San Giuseppe (che ha messo a disposizione il salone per il pranzo comune) e dei volontari della Caritas (per aver cucinato). Gli studenti elbani hanno partecipato numerosi e con interesse, alcuni giocando altri sostenendo i compagni. Al termine, qualcuno ha commentato: “Dopo aver conosciuto queste persone, aver giocato e mangiato con loro, ho un’immagine diversa del carcere”. E qualche altro ha aggiunto che occorre creare ulteriori occasioni di incontro, perché è il modo per vincere il pregiudizio che nasce dall’ignoranza.
Nel corso dell’anno appena concluso, non sono mancate altre occasioni per gli studenti di incontrare chi opera nel campo della solidarietà. Un modo per conoscere, confrontarsi e valutare possibilità di impegno.
Per esempio, partecipando al Festival del volontariato a Lucca, dove una classe ha potuto conoscere le organizzazioni impegnate su vari fronti, confrontandosi in particolare con il Ceis (comunità per giovani emarginati) e con chi si occupa di protezione civile (e che in questi giorni è attiva a causa del terremoto).
La stessa classe ha poi sviluppato il tema della solidarietà internazionale, incontrando a scuola Marino Garfagnoli, responsabile dell’associazione “L’isola della solidarietà” che si occupa di progetti nello Sri Lanka dal 2004, anno del terribile tsunami.
Altre quattro classi, invece, sono state coinvolte in incontri con la sede elbana della Fondazione Exodus, all’interno di un progetto che va avanti da oltre venti anni. L’incontro con i membri della comunità è avvenuto sia a scuola che nella sede di Fangati (Portoferraio). Un’occasione per affrontare i temi del disagio, rendendosi conto delle diverse dipendenze e cercando di riflettere sulla necessità di stili di vita umanizzanti. Exodus è all’Elba una realtà consolidata che, nell’ottica di prevenzione e di presenza sul territorio, molto ha fatto e fa per e con i giovani elbani e non elbani.
Si tratta di iniziative che integrano i percorsi formativi dei nostri giovani, offrendo motivo di riflessione sugli elementi della cultura del dono e della solidarietà.
Nunzio Marotti